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martedì 15 ottobre 2013

Gian Piero Alloisio e Claudio Lolli: i maestri (mai) dimenticati

Ci sono grandi maestri che, per motivi molto diversi, non hanno avuto quel successo che ha arriso ai grandi cantautori. Artisti che hanno visto fiorire il loro successo negli anni '70, e poi spegnersi subito. L'artista simbolo di questa categoria è Claudio Lolli: autore più che meritevole, che come pochi altri ha saputo mettere in musica quello che era il complesso intreccio di vita interiore e vita politica che sbocciava nel petto dei ragazzi degli anni '70. Vera e propria voce di una generazione, Claudio Lolli sparì dalle scene nel silenzio, dimenticato un po' da tutti. Compresi i luoghi istituzionali della Canzone d'Autore Italiana.


Una canzone che racconta di un momento che non ho vissuto,
eppure mi stringe il petto in un fremito di nostalgia


Ma Lolli è ancora vivo e attivo: il 26 ottobre avrò la fortuna di sentirlo cantare. Si esibirà a Ferrara, al Teatro Estense. E non sarà solo: a condividere la serata con lui sarà uno dei miei cantautori di riferimento, quello che meglio di tutti ha saputo fare della canzone politica un atto artistico di altissima qualità: Gian Piero Alloisio, genovese, classe 1956.

Gian Piero Alloisio

Negli anni '70 Alloisio fondò l'Assemblea Musicale Teatrale, collettivo di attori e musicisti, con cui produsse numerosi spettacoli e quattro dischi (l'ultimo, separato dai primi da una distanza di vent'anni, è uscito nel 2002). Alloisio è l'autore della famosa Venezia che Francesco Guccini incise in Metropolis; ma anche di tanti, tanti altri brani. Vi propongo quello che per me è uno dei migliori (purtroppo l'audio non è il top, credo che i dischi dell'assemblea non siano mai stati ristampati su CD, e i loro brani che girano su internet sono tutti recuperati da vinili o musicassette). Carlo Marx prende un personaggio-icona e lo trasporta in uno scenario ucronico, facendone un correlativo oggettivo dello sfaldarsi delle utopie che il marxismo stesso aveva aperto. Un pezzo che mi dà la pelle d'oca da quando l'ho scoperto, ormai più di dieci anni fa.



Pur assente dalla scena mediatica nazionale, Alloisio ha avuto una grande carriera di autore musicale e teatrale. Il suo ultimo cd, Ogni vita è grande, è uscito nel 2012, ed è un'opera molto ispirata, e di grande delicatezza.
Lolli e Alloisio sullo stesso palco. Ascoltare questi due giganti assieme è un'occasione eccezionale, una possibilità che esiste grazie a un'associazione: l'Associazione Aspettando Godot, che con tanta passione e pochi mezzi organizza ormai da due anni una Storica Rassegna della Canzone d'Autore. Un consiglio: visitate il sito dell'associazione, rendetevi conto di quale patrimonio artistico stanno cercando di preservare. E, se non siete troppo lontani, prenotate i vostri posti e partecipate a questa rassegna. Gli sforzi da sostenere sono tanti, le energie spese ancora di più. Ma vedere un pubblico attento, che ama la canzone e la vuole mantenere in vita, sono certo che ripagherà pienamente gli organizzatori. Io, personalmente, non posso che ringraziarli. E non vedo l'ora di essere a Ferrara per ascoltare questi due grandi artisti.

lunedì 2 settembre 2013

Album live in arrivo, compleanni in agguato e summertour al termine!

La fine dell'estate è arrivata, i lunghi periodi di villeggiatura sono ormai chiusi e la montagna e il mare si svuotano. La mia estate da testuggine però deve ancora finire. Come avete letto in questo post, il mio summertour il 9 di agosto ha fatto tappa in Appennino, a Chiastre di Ravarano (PR). Ho accompagnato con un po' di canzoni una serata di degustazione, godendo di un sidro ottimo e della compagnia di tanti cari amici, con cui ho trascorso tante estati a Berceto (come sapete). Una vera e propria boccata d'aria dopo questo mio primo anno milanese.


Oltre agli amici, era presente anche mio zio Pietro Zatti, che come sempre si è speso realizzando ottime fotografie



La mia estate musicale non è finita lì; il 23 agosto ho suonato per l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. Il concerto si è svolto a Sala Baganza (PR). Non è la prima volta che suono per i Partigiani di Sala. In passato, soprattutto col Canzoniere delle Stagioni, ho già avuto il piacere di essere ospite dell'ANPI, cui sono anche iscritto presso la sezione di Parma. Per l'occasione ho voluto preparare una scaletta tutta nuova, con tanti pezzi di guerra partigiana, canti popolari, anarchici e di lavoro. Non un semplice concerto di Rocco Rosignoli, ma uno spettacolo in linea con ciò che l'ANPI rappresenta, e che le sono grato di rappresentare. Sono stato invitato dall'amico Nicola Maestri (vi consiglio di seguire il suo blog), e tutta l'organizzazione (a partire da Fausto Villazzi, con cui ho mantenuto un filo diretto dall'ingaggio fino al concerto) mi ha seguito da vicino con una gentilezza estrema. A loro va il mio grazie.

rocco rosignoli live anpi sala baganza



Per l'occasione abbiamo fatto le cose in grande. A farmi il service è venuto Ribamar Poletti, il mio sound engineer di fiducia. Siccome era anche lui a Berceto nei miei stessi giorni, ne abbiamo approfittato e abbiamo fatto i suoni completamente in digitale già nel suo giardinetto, di fronte alla legnaia.

rocco rosignoli ribamar poletti souncheck



Ribamar ha creato in cuffia un mix ideale per la serata. Arrivati sul posto è stato necessario solamente tarare le casse sull'ambiente, e tutto era già perfettamente funzionante. Riba ha fatto le ultime correzioni pilotando il computer in wireless tramite un ipad collegato a un macbook air controllando i decibel con un iphone. Praticamente un endorser apple...
Già che c'era, ha deciso di registrare la serata: una volta mixati i brani, ne trarremo un live che pubblicherò e diffonderò gratuitamente su internet, il mio primo album live!

Il summertour si chiude venerdì; siccome il 4 è il mio compleanno, ho deciso di festeggiarlo nel modo che preferisco: suonando! Il concerto si svolgerà tra mure amiche, quelle dell'Osteria Oltrevino, gestita dall'amico Michel Torrisi, sempre pronto a spendersi per la canzone d'autore. Incollo qui sotto il testo del comunicato stampa che ho inviato questa mattina.

Compleanno d'autore all'Oltrevino!

Venerdì 6 settembre all'Osteria Oltrevino di Borgo Cocconi (Parma), il cantautore Rocco Rosignoli festeggerà il proprio compleanno con un concerto. La data sarà l'ultima del tour estivo, che ha visto Rosignoli impegnato in tutto il nord Italia. Testuggini, il suo ultimo CD, ha ottenuto parecchi consensi, e il suo tour da one man band è stato seguito e applaudito da un ottimo pubblico. Venerdì sarà l'occasione per festeggiare insieme i 31 anni dell'autore, in un luogo amico come l'Osteria Oltrevino. E, per chi non l'ha ancora fatto, per procurarsi Testuggini!




E invitando tutti a partecipare, vi mando un gran saluto; a presto con nuove avventure sgusciose!

domenica 4 agosto 2013

Tra i libri e le leggende il Summertour si fa appenninico

L'estate è ormai in fase inoltrata, siamo ai primi di agosto e l'Italia sta per chiudere. Tutta Italia, tranne le Testuggini: eterne e instancabili, le bestie centenarie continuano imperterrite il loro Summertour!
Giovedì primo agosto si è svolto un bell'incontro in Biblioteca Civica. Doppia presentazione di dischi, prima Attilio Poletti degli EUA ha parlato del suo Tanto valeva viver come bruti facendo ascoltare qualche brano dal CD. Dopodiché sono salito sul palco io e, dopo avere parlato di Testuggini, ho imbracciato la chitarra e fatto sentire al pubblico alcuni dei brani presenti nel CD.
A intervistare sia me che Attilio è stato il collega cantautore Alberto Padovani. Alberto lavora alla Tana dell'Orso, spazio multimediale per adolescenti all'interno della Biblioteca Civica, ed era stato lui a organizzare l'incontro. La serata è riuscita molto bene e ha dato nuova linfa al Padovani; anche perché di lì a due giorni avrebbe chiuso per ferie, come tutta Italia del resto.

alberto padovani testuggini e bruti
Un Alberto Padovani dall'aria già vacanziera

Attilio Poletti tra il pubblico
Attilio Poletti si aggira tra il pubblico prima dell'esibizione


All'ultimo minuto è arrivata anche una data appenninica, di cui sono molto contento, perché l'Appennino è il mio paradiso. Il 9 di agosto accompagnerò una cena alla Baita di Chiastre di Ravarano (PR).

baita
la baita di Chiastre di Ravarano



La serata sarà una degustazione di prodotti tipici, accompagnati da un sidro di fresca produzione. Se volete passare una serata al fresco, in compagnia di buona musica, mangiando del buon cibo e bevendo dell'ottimo sidro, non dovete far altro che prenotare al 338 30 08 505 oppure al 349 41 20 109.
Chiastre è un piccolo centro abitato sul lato est della Val Baganza, sorto lungo la catena dei Salti del Diavolo. Questa cresta di rocce che come una sciabolata attraversa la valle ha colpito la mia fantasia fin da bambino. Già il suo nome è evocativo ed enigmatico, al punto che in Uomini e bestie avrei voluto inserire una canzone dedicata al Diavolo ambientata su queste rocce. Ne scrissi una parte, ma non riuscii a finirla, e abbandonai il progetto. Ma non mi abbandonò la fascinazione per queste rocce.


Intermezzo: la leggenda dei salti del diavolo

Si narra che sui monti della Val Baganza vivesse un pio eremita, che aveva rifiutato le lusinghe della vita mondana per dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione. Una notte l'eremita ricevette la visita di un cavaliere misterioso. Questi tentò di convincerlo a tornare alla sua casa; prima gli disse che suo padre stava male. "Ma mio padre è morto quando io ero piccolo", rispose l'eremita. Allora gli disse che era suo fratello a essere in fin di vita. "Ma io non ho fratelli", rispose l'eremita. Il cavaliere tentò ancora di ingannarlo, dicendogli che un suo lontano zio gli aveva lasciato in eredità un feudo. "Non voglio eredità, tutto ciò che mi serve ora è qui, su questi monti", rispose l'eremita. Il cavaliere s'infuriò, e prese a strapparsi l'armatura di dosso. La pelle rossa e i peli irsuti sotto la corazza spaventarono l'eremita. E quando il cavaliere tolse l'elmo, grande fu il terrore: sotto le sue vesti si celava il Diavolo in persona. L'eremita si rifugiò in un angolo della sua povera casa, piangendo e pregando Dio che lo salvasse. E mentre il Diavolo, urlando e ruggendo come un anilmale infuriato, prendeva a calci le mura coi suoi zoccoli, una luce potente illuminò l'intera valle. In pochi istanti fu il silenzio. L'eremita si alzò, e si fece sulla porta della sua casa: il Diavolo non c'era più, la notte era quieta. Esausto, cadde addormentato, rendendo grazie. Al suo risveglio, si accorse che, durante la sua fuga, il Diavolo aveva lasciato delle tracce: la fessura tra i suoi zoccoli aveva fatto scaturire dal terreno delle rocce enormi e aguzze. Questa è, secondo la tradizione popolare, l'origine dei Salti del Diavolo.

salti del diavolo chiastre


E così il tour estivo continua. Lunedì lascerò Milano e mi ritirerò sugli appennini, ma non prima di aver fatto tappa a Parma per un concerto in Piazzale della Pace, martedì 6 agosto sera, in coppia con l'amico Diego Baruffini.

Rocco rosignoli e diego baruffini


Gli aggiornamenti del blog si faranno con ogni probabilità meno frequenti, ma non cesseranno. E siccome l'Italia sta per chiudere, suppongo che stiate per chiudere anche voi; dunque buone ferie, amici, siate sereni! A presto.

mercoledì 3 luglio 2013

I maestri, capitolo 4: Jacques Brel

Questo Maestro ha un'importanza particolare per Testuggini. Buona parte del CD risente della sua influenza, a partire dalla canzone che apre il CD: Tamperdù. Il tempo perduto che cito nel titolo non è infatti proustiano, ma “brelliano”: è “le temps perdu a savoir comment” che il belga canta in Ne me quitte pas, il primo brano di Brel a cui mi accostai.

Mi sarebbe piaciuto a questo punto mettere il video di Brel che canta Ne me quitte pas, ma purtroppo youtube non consente di incorporare i video del Grand Jacques per rivendicazioni di copyright. Che è giusto e tutto quel che vuoi, ma si risolve solo che ci incollo un link in più, voi il video lo vedete lo stesso e il mio blog è meno bellino da vedere. E allora ci metto un'immagine, va'.

 photo rosso_zps3ae9af45.jpg

Il pezzo mi riporta alla memoria una ragazza, una sconfitta in amore, tante sigarette fumate con rabbia. Per quello straordinario potere che le canzoni hanno, di fissarsi nel tempo e ripetersi, riportando a galla il tempo perduto come una madeleine intangibile.
Il mio primo incontro con Brel avvenne al liceo, ai tempi di Napster. Su Napster però trovai pochi brani, e solo alcuni anni dopo, attorno al 2005, riuscii a procurarmi la discografia completa del Grand Jacques tramite eMule.


Momento nostaglia: i bei tempi
in cui tra avviare il PC, connetterti a internet
e avviare il programma ti era già partito
il pomeriggio (e avevi fatto solo latino)

De André asseriva che Jacques Brel non si potesse solo sentire, che bisognasse anche vederlo: io non sono mai stato d'accordo. Certo, la sua gestualità, la sua presenza scenica, era un valore aggiunto non indifferente. Ma i suoi dischi sono altrettanto eccezionali: i suoi arrangiamenti sono invecchiati, senza dubbio, ma non il suo songwriting; né la sua capacità di coinvolgere anche con la sola voce, di modificare il senso di una parola con una lieve intonazione, con un'incespicatura imprevista. Brel è un interprete che dà la pelle d'oca a ogni ascolto. Parlo per me, ma non solo, credo.

jacques brel chitarra baffi
Brel ai tempi del debutto
sfoggia un paio di baffetti alla Gable



A marzo di quest'anno ho tenuto una lezione-concerto dedicata a Jacques Brel. Si tratta di una delle tante attività organizzate dalla Rigoletto Records, l'associazione di cantautori e musicisti di cui faccio parte. Mi è già capitato di parlarvene, in occasione della presentazione della nostra compilation e della festa della musica. Un'altra delle belle iniziative che abbiamo avviato è stata quella delle lezioni-concerto in biblioteca, promosse in particolare da Alberto Padovani. Sono stato fiero di presentare, a quella lezione, la mia personale traduzione di Le plat pays, che ho intitolato Questa terra, e che è stata inserita nella scaletta di Testuggini ai tempi supplementari.



Nel cd ho voluto rispettare le idee di arrangiamento che c'erano alla base del brano di Brel. Il pezzo era completamente basato su voce e chitarra (è l'unico brano di Brel che lui ha continuato ad accompagnare con la chitarra per tutta la sua carriera), con qualche linea melodica di Ondes martenot (ho cercato di ricalcarle il più fedelmente possibile) e l'ingresso del pieno d'orchestra, come da manuale, sull'ultima strofa.
Brel è stato tra i principali ispiratori della prima cosiddetta "scuola genovese" di cantautori: Tenco, Bindi, Lauzi, Paoli. Autori che hanno gettato le basi di una letteratura della canzone nel cui solco cerco di pormi; lo stesso Guccini racconta che:

Prima di Dylan, la tendenza di tutti [...] era di guardare alla Francia. [...] le atmosfere non potevano non essere che (sic) un po' decadenti ed esistenziali.

Dunque, riallacciarmi al Grand Jacques era un passo inevitabile. Per la nostra Storia, in quanto cantautori; e per la mia storia di piccolo cantautore di provincia, ammaliato da una personalità artistica tanto forte.
Brel abbandonò le scene musicali nel 1966, per seguire altre vie: prima il cinema, poi il viaggio, lo chiamarono a sé. Non fece mai una vera e propria rentrée, ma nel 1977, sapendo di non avere molto da vivere, pubblicò un ultimo disco. Una sorta di testamento spirituale, che veniva aperto da un brano per sole voce e fisarmonica. Il brano è il primo dal sapore smaccatamente politico di Jacques Brél, ed è dedicato a Jean Jaurés, padre fondatore del socialismo francese. È uno dei brani di Brel che amo di più; e visto che Youtube non permette di linkare i video di Brel, ne linko un altro mio, che canto questo pezzo.



L'appuntamento è per il prossimo post, con alcune date nuove da comunicarvi. L'estate non arresta le Testuggini!

mercoledì 26 giugno 2013

A un passo dal debutto

Ci siamo. Venerdì sera le mie Testuggini vedranno la luce. Oggi, praticamente alla vigilia della presentazione, ho lanciato il brano Canto delle poiane, che avevo già suonato per il mio canale youtube, in un live in livingroom molto apprezzato. Ora è finalmente disponibile la versione in studio.

Tutto è pronto: la scaletta è scritta, gli ospiti sono stati reclutati, avvisati e istruiti. Le cartelle stampa sono pronte alla consegna, e sono molto simpatiche.


presskit testuggini

La mia tensione è alle stelle. Non vedo l'ora di vivere la sera dell'evento. Registrare il disco è stato un lavoro lungo e difficile. Arrivare pronti all'evento di presentazione è stata una corsa contro il tempo, che ci ha premiati con la consegna in anticipo del lavoro, e con una buona presenza sul web e sulla stampa delle mie Testuggini. A proposito: non fatevi scappare la Gazzetta di Parma in questi giorni, l'amico Pierangelo Pettenati dovrebbe avere una sorpresa per noi...

La consegna in anticipo

Lunedì mi trovavo nel reggiano. Mi squilla il cellulare, non faccio in tempo a rispondere. Quando guardo lo schermo, vedo il numero del mio stampatore: ovviamente ho un colpo! La consegna era prevista per mercoledì (che poi sarebbe oggi), e temo che mi stiano chiamando per avvisarmi che c'è un problema. "Oddio la consegna salta, venerdì non avrò il disco, la serata sarà un flop" e via così.
Invece chiamo e mi dicono che è pronto il CD! Lo stampatore è nel reggiano, ero a dieci minuti da lì. Quando si dice il caso... passo in volata e mi carico i miei bei due scatoloni di Testuggini sulla macchina. Meglio di così...



Rocco Rosignoli Testuggini
Un orgoglioso Rocco Rosignoli
mostra il suo
Testuggini fresco di stampa.



Non mi resta che darvi appuntamento a venerdì sera. In caso di maltempo, la serata si terrà all'interno del ristorante. E sarà a ogni modo entusiasmante!

 locandina testuggini rocco rosignoli

lunedì 17 giugno 2013

Canzone d'autore in salsa cyberpunk

Online “Sui miei passi”, il secondo estratto dal mio CD Testuggini

Per voi la canzone d'autore è fatta di chitarre acustiche e atmosfere al limite della noia? Sui miei passi può farvi cambiare idea. Il mio nuovo brano è spiazzante: elettrico, sintetico, acido. Effetti, distorsioni ed elettronica sono al servizio di un testo che non lascia respiro. Ascoltatelo su soundcloud e youtube. E scaricatelo: è in free download.





È ancora possibile ascoltare e scaricare il primo estratto Tamperdù.
Il cd Testuggini sarà presentato il 28 giugno 2013 al ParcoVigna del Mulino di Torrechiara. Interverranno diversi ospiti: Marina Fava, speaker di Radio Rumore e collaboratrice di Gazzetta di Parma; Enrico Fava, pianista di Maninblu e Anime Salve; Attilio Poletti, leader degli EUA; e Francesco Pelosi, cantautore e mio collaboratore storico.

lunedì 10 giugno 2013

E il Pelo perse il vizio...

Dopo l'intervento di Enrico Fava, anche Francesco Pelosi manda il suo contributo per il blog di Testuggini! Io leggendolo mi sono scompisciato e commosso dall'inizio alla fine.




Io e Francesco Pelosi a Sasso Marconi il 25 aprile 2013



Io e Rocco abbiamo molte cose in comune: siamo nati entrambi a Parma e entrambi abbiamo una madre che si chiama Annamaria (anche se non è la stessa persona). Poi Rocco comunque ha lasciato queste strade come io non ho fatto.
Rocco suona benissimo la chitarra (e dà pure lezioni), il bouzouki, l’oud, il mandolino e se ne ha voglia il violino. Sa anche suonare il basso e la concertina e alcune altre cosette. Io so a malapena accompagnarmi con la chitarra. Però entrambi scriviamo canzoni e cantiamo e soprattutto abbiamo una spiccata attrazione per i seni grossi e per le battute volgari e scorrette. In particolare ci piaceva un casino farle su una nostra amica morosa di un nostro amico. Per quanto riguarda i seni grossi invece, ultimamente sia io che lui ci siamo dati una calmata.
Rocco ha un bungalow a Berceto e io no, però sono stato molte volte ospite lì. Una volta gli ho fatto sentire le mie canzoni e lui le sue a me, un’altra volta siamo scivolati su una lastra di ghiaccio piantandoci una culata pazzesca e un’altra volta ancora insieme ad Attilio Poletti abbiamo fatto litri e litri di vin brulè. Un tempo io bevevo molto e a volte anche Rocco, ora lui beve coche-cole e io tisane. Entrambi ora abbiamo più anni di un tempo.
Una volta ho visto Rocco andare a ordinare due Pernod al bancone di un bar e un secondo dopo l’ho visto avvinghiato a una tipa che limonavano selvaggiamente (poi scopersi che sarebbe diventata la sua ragazza). Io e Rocco insieme ad Attilio Poletti e Lorenzo Guerci avevano un gruppo di cantautori chiamati Ottomani per la frenesia con la quale conducevamo i nostri pomeriggi sul divano e poi io e lui abbiamo avuto un altro gruppo chiamato il Canzoniere delle Stagioni con un tipo stranissimo di nome Alessandro Stocchi. Quello è stato il nostro periodo di maggior successo: tutti i comunisti di Parma ci volevano a suonare e ci pagavano pure. Abbiamo passato così un paio di anni, poi abbiamo inciso un cd ma non suonavamo più e così ce li ho ancora tutti in cantina (i cd).
C’è stato poi un momento nel quale ho avuto una crisi mistica e sono andato in montagna dal nostro amico Andrea Peracchi e con Rocco ci siamo un po’ persi di vista, anche se venendo in montagna una volta, Rocco ha avuto l’occasione di scrivere
Il cane e la serpe che troverete in Testuggini. Tra l’altro parlando di Testuggini penso che mai titolo fu più appropriato per un disco di Rocco perché lui è testone da morire, a volte quasi peggio di me. Infatti un’altra cosa che abbiamo in comune è che siamo due teste di cazzo patentate, spesso, come i pompieri, la sbattiamo contro il muro per vedere chi vince.
Un’altra cosa che abbiamo in comune è che ci piace molto la sua canzone sulle Poiane che troverete sempre in testuggini e una cosa che vorrei avessimo in comune è il cantare la canzone che, ripeto, è bellissima. Ha due grandi pregi (la canzone), io credo: il primo è che esprime sentimenti profondi di Rocco in una maniera diversa dal solito, più vicina a chi ascolta, e il secondo è che il ritornello dice una grande verità su se stesso (Rocco): non voglio guardarmi dentro, ve lo dico, lo so, quindi positivisti, terapeuti a tutti i costi, non rompetemi le palle. Preferisco restare al tuo fianco e sapere che ci sei (Alice). Ecco, un’altra cosa in comune è che nelle canzoni ci piace dire le cose come stanno. A volte lui lo fa usando parole che non si capiscono tipo “Giuseppe”, “cataletto”, “crasi” o “Francesco Pelosi” però questo non vuol dire che non lo faccia bene, anzi. Tra l’altro, da quel poco che ho sentito, ho l’impressione che questo Testuggini sarà bellissimo anche se giunge in un’ora buia e triste come questa che vede la chiusura del Materia off. L’ho scoperto ieri e ci sono rimasto malissimo. Tra l’altro io e Rocco ci siamo conosciuti lì e penso di esprimere il parere di entrambi dicendo che suonare al Materia off era sempre molto bello e stimolante (la gente ascoltava!!!).
Concludo quindi questo mio apprezzamento su Rocco e sulla nostra amicizia dicendogli che mi piacerebbe molto risentire dal vivo Delendae e Maramaldo, se per favore il 28 giugno a Torrechiara me le fa.
Mica ti ho chiesto Io vagabondo o Tanti auguri a te, dai!

Francesco Pelosi

P.S. una volta a una festa di compleanno di un ricco cinquantenne ho veramente visto Rocco suonare Tanti auguri a te. Ci pagavano ma io lo lasciai luridamente solo in questa performance con la scusa che non avevo voce.




rocco rosignoli francesco pelosi soragna sofringe incontro
Correva l'anno 2009... invecchiando siamo migliorati!



Come sapete, in Testuggini ho inciso un brano di Francesco, Ode alla giovinezza, che abbiamo cantato a due voci. Lui ha da poco pubblicato un CD con gli Emily, I cantari della guerra silenziosa, di cui in internet si trovano poche tracce. Ma potete chiedere di più direttamente a lui: dopo aver vissuto tanti anni nella convinzione che iscrivendosi a facebook la CIA l'avrebbe perseguitato (come Hemingway), il Pelo si è iscritto al social network la settimana scorsa (c'è speranza). Chiedetegli l'amicizia!