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lunedì 15 luglio 2013

I maestri, capitolo 5: Paul Simon

Molte passioni ti travolgono nell'adolescenza, senza darti preavviso. E senza che tu le comprenda appieno: quando scoprii Simon & Garfunkel, non capivo cosa rendesse Garfunkel tanto importante da figurare allo stesso livello di Paul Simon. Le canzoni le scriveva Simon, e per me la canzone all'epoca era tutto, credevo che un buon songwriting facesse a meno di qualsiasi orpello. Mi sbagliavo e oggi lo so. Il lavoro di armonizzazione delle voci e le capacità di interprete di Art Garfunkel sono uno degli ingredienti che hanno reso Simon & Garfunkel una pietra miliare della musica d'autore. E in più sentite come canta bene Garfunkel da solo.



April come she will è stata una canzone che mi ha folgorato, al pari di poche altre. La prima volta che sentii questo pezzo fu nel film Il laureato; lo registrai, una notte, solo perché sapevo che conteneva canzoni del duo, che conoscevo ancora così poco... da allora avrò visto quel film un centinaio di volte. Lo reputo il film perfetto (dite quel che volete che non cambio idea nemmeno di fronte all'evidenza) e penso che potrei mettermi qui e scrivere tutto il film, scena per scena, dall'inizio alla fine. Come fece Tanguy Viel nel romanzo Cinema. Noiosissimo. Quindi eviterò. Ma sappiate che sono a quei livelli. Sappiatelo.
Poi tutti conosciamo la storia: i due ragazzi han litigato, e ognuno per la sua strada. Simon è rimasto un big perché ha fatto gli album etnici e Garfunkel ha girato il mondo a piedi e infatti è rimasto magrissimo. Però ogni tanto cantano ancora insieme, e tutti e due sostengono che sia perché ci provano gusto. Io personalmente apprezzo molto la produzione solista di Paul Simon; che a me pare che di etnico abbia ben poco, a parte qualche percussione, qualche suggestione. Il songwriting rimane quello, americanissimo, di Paul Simon. Che ha una cosa molto bella: se sei uno schitarratore da spiaggia e ti piace Paul Simon, ti costringe a fare un salto di qualità; perché Simon maneggia la musica non come un letterato che brandisce una chitarra, ma come un musicista fatto e finito. E ha sempre scritto anche dei gran bei testi. Mannaggia a lui. Ma adesso ascoltiamoci questo capolavoro.



Due anni fa (quasi precisi) Paul Simon è venuto a Milano all'Arena Civica che pioveva di brutto. Quando è venuto sul palco ha fatto tornare il sole (erano le nove di sera, ma era metà luglio). Era in tour col disco nuovo. Avrà suonato diciotto chitarre diverse, e poi a un certo punto è venuto fuori con un cappellino di quelli che compri in autogrill a nove euro e novanta, e pareva molto felice del suo cappellino. Anche tutto il pubblico era molto, molto felice, però del suo concerto. Del cappellino boh, era medio. Alla fine è rimasto sul palco da solo e ha fatto The sound of silence voce e chitarra. Il pubblico è saltato tutto in piedi ad ascoltarlo e applaudirlo. Tranne nonno Simpson e i suoi coinquilini del retirement castle che in dieci contro mille urlavano "Seduti!" rovinando l'esibizione di Paul. Come testimonia questo filmato realizzato dal sottoscritto in quell'occasione.


Nel filmato Paul Simon è lontano e lo si vede molto piccolo. Ma lui effettivamente è molto piccolo, tanto che Dylan, che stupisce tutti per la sua bassezza (di statura) sembra uno spilungone al fianco suo.




Una volta a Camden Town trovai un bootleg di un minitour di Dylan & Simon, che avevano fatto insieme nel 1999. Avevo diciassette anni e non capivo un sacco di cose, per esempio che quel disco dovevo prenderlo. Non lo presi (perché a Camden tutto costa un cifro) e ne soffrii a lungo. Ma due-tre anni dopo era già l'epoca di Audiogalaxy, e lo scaricai tutto da lì (o da WinMX, chi si ricorda più). Un capolavoro. Due giganti (?!?) fianco a fianco, che si accrescono a vicenda. E intanto Garfunkel rosicava, che lui i duetti nel '99 se li faceva con Baglioni.

baglioni garfunkel
Non è un fotomontaggio: la prova

Che con tutto il rispetto per Baglioni*, duettare con lui o essere co-protagonista con Bob Dylan son due cose diverse. Quindi alla fin fine torno dell'idea che avevo a 15 anni: a che ti serve Art Garfunkel se hai la fortuna di essere Paul Simon? Ti si piglia mezza paga e ti fa pure sembrar più basso!
Ovviamente scherzo. Garfunkel è un ottimo cantante, che purtroppo dopo il divorzio da Paul non ha trovato autori all'altezza dell'ex collega, che valorizzassero le sue doti e il suo percorso. Ed è anche stato autore di un brano-simbolo del duo, quel Bridge over troubled water che oggi Simon esegue anche da solo.
Ma mi sono dilungato più del solito. Quindi chiudo il post e vi mando un saluto. A presto con nuovi maestri! Ce n'è ancora, ce n'è eccome...





*Che fa dichiaratemente del pop; ma almeno lo fa bene, cazzo! A suonare se la cava, sa cantare e sa far spettacolo.

venerdì 31 maggio 2013

LA VERSIONE DI FAVA

Ecco qui, come promesso, il resoconto del mio amico Enrico Fava, che ieri mi ha invitato a tenere una lezione-concerto a Cortemaggiore (PC).Io ed Enrico ci conosciamo ormai da circa quattro anni. Negli ultimi due, grazie alle lezioni-concerto tenute da noi ragazzi della Rigoletto Records in biblioteca civica a Parma, ci siamo frequentati molto, scoprendo molte affinità che ci hanno portato ben presto a limonare collaborare musicalmente.
Così, come anticipavo nel post di ieri, una mattina dello scorso autunno ci siamo incontrati nella sua bella casa e abbiamo inciso il piano di Ultimo Valzer per F.D. Enrico mi ha ospitato a pranzo e mi ha fatto la sua specialità, che poi mi ha detto che in realtà è l'unico piatto che sa fare. Era più che buono ma vatti a ricordare cos'era.

Ieri ho trascorso il pomeriggio a giocare con il mio amico Rocco Rosignoli.



È quello che di fatto è successo nei locali della biblioteca comunale di Cortemaggiore (PC). Svestiti i panni “accademici” di professore di storia dell’arte presso la locale Università Pallavicina dell’Età Libera, per due mercoledì ho condotto un corso parallelo sulla canzone d’autore, “genere” che come musicista sto frequentando ormai in modo esclusivo con grande entusiasmo e voglia di sperimentare. Una sorta di guida all’ascolto per i miei studenti adulti, ma aperta anche alla cittadinanza. Ragionando sul modo di condurre questi incontri, ho pensato che sarebbe stato interessante e soprattutto stimolante, portare ai miei studenti una voce nuova, che non fosse la mia e, soprattutto, che parlasse del fare canzone in modo diretto (cosa che io, esclusivamente musicista, non so fare). E per il secondo di questi incontri non ho potuto non pensare a Rocco Rosignoli, caro amico, prima di tutto, ma anche raffinatissimo cantautore e polistrumentista.
L’incontro è riuscito perfettamente: Rocco ha affascinato l’uditorio con le sue canzoni, con i suoi racconti sulla genesi delle canzoni e sui suoi amori, e ha mostrato i suoi strumenti costruiti artigianalmente, non risparmiandosi alla curiosità del pubblico entusiasta.
Insieme abbiamo dialogato, suonato, scambiato sguardi e risate e, alla fine, abbiamo giocato con la musica, con le parole e con le nostre stesse emozioni.
Mi sono emozionato letteralmente quando imbracciato il bouzouki Rocco ha interpretato Sidun di Fabrizio De Andrè e, infine, quando su mia richiesta esplicita ha anticipato un brano del suo nuovo disco Testuggini, del quale mi sono già innamorato.
E sarò orgoglioso di essere suo ospite alla presentazione di questo nuovo lavoro, il 28 giugno.


Enrico è una persona di grande cultura, di grande ironia, di grande spirito. Sono contento di averlo tra i miei amici, e anche tra i miei collaboratori: sono certo che la nostra avventura musicale continuerà. Presto vi potrete godere la sua performance sul cd Testuggini, e potrete anche sentirlo dal vivo il 28 giugno a Torrechiara (PR), alla serata di presentazione del cd!

lunedì 27 maggio 2013

TESTUGGINI ONLINE!

Ed eccomi qui, a due anni di distanza da Uomini e bestie, a presentare un nuovo cd, una nuova avventura, un nuovo banco di prova per la mia musica. Il trailer che avete visto (se ve lo siete perso, è qui) dice già parecchio del disco. Testuggini nasce da un lavoro di due anni, un lavoro abbastanza duro, ma soprattutto lungo. Un lavoro che è stato interrotto e ripreso più volte, nell'arco di un periodo in cui per me è cambiato tutto.
Essere alla fine di questo disco mi emoziona. È un'opera a cui hanno contribuito alcuni tra gli amici più cari che ho, e forse la prima che mi mette a nudo per quello che sono. Le farmacie di turno era ancora acerbo, velato dalla rozzezza dei suoni; Uomini e bestie si concentrava sulle storie che volevo raccontare e rivelava poco del mio mondo, che chi mi segue in concerto conosce, e se continua a seguirmi forse apprezza. Testuggini parla di me, non parte dal mondo esterno per arrivare eventualmente all'interiorità dell'autore: al contrario, parte da ciò che avevo dentro e cerca di arrivare fino a chi mi ascolta. Se ho qualcosa da dire lo potranno decidere solo loro. Io ci ho creduto e continuo a crederci, e spero che il mio sogno possa contagiare qualcun altro.





La presentazione ufficiale

Testuggini sarà presentato ufficialmente il 28 giugno 2013, alle ore 21.30, presso il ParcoVigna del Mulino di Torrechiara (PR). In tanti conoscono già questo posto, un punto di riferimento storico per gli amanti della musica d'autore: l'oste Gianquinto Vicari, infatti, è da anni la voce di Anime Salve, cover band di Fabrizio De André. A introdurre la serata sarà Marina Fava, conduttrice di Segnali d'uscita su Radio Rumore e giornalista della Gazzetta di Parma, che mi intervisterà sul nuovo progetto.
L'uscita di Testuggini avviene a dieci anni dal mio primo progetto musicale, che fondai con l'amico Attilio Poletti. Lui sarà ospite della serata, e con lui altri amici che mi hanno accompagnato lungo questi dieci anni di musica. Ve li presenterò uno per uno nei prossimi post.

A breve posterò alcune tracce in preascolto. Nell'attesa, vi lascio questo video girato dal vivo. Tamperdù, il brano che canto, sarà il pezzo di apertura di Testuggini.