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domenica 29 settembre 2013

Le recensioni gusciose: il tragico Luttazzi

Anni fa bazzicavo Milano di rado. Alice viveva qui e io a Parma, e salivo una volta ogni due settimane, più o meno. Una volta venni per la festa di Sant'Ambrogio e lei mi portò al mercatino che si tiene nella basilica dedicata al santo. A parte lo splendore del complesso, avemmo l'occasione di goderci un'esposizione di memorabilia provenienti dal recente passato. E tra questi oggetti degni di nota, mi saltò subito all'occhio un disco pubblicato a nome di Luttazzi. Pensai a un caso di omonimia: ma il retro del cd parlava chiaro, l'autore era proprio il famoso comico Daniele Luttazzi. Non potei fare a meno di comprarlo.

daniele luttazzi money for dope

Salta fuori che Luttazzi ai tempi dell'università (fine anni '70) aveva un gruppo new wave. Nulla di strano fin qui. Alla base del disco stanno proprio alcune canzoni che il comico ha scritto negli anni '70, a cui se ne sono aggiunte molte altre nel corso dei venticinque anni seguenti (il disco è datato 2005). Il corpus di brani ha formato il materiale per il disco, che prende la forma di un concept album (anche se l'autore lo definisce un musical elegiaco).

Sorpresa: nel disco non c'è niente da ridere.

L'album è ispirato alla vicenda di un'amica di Luttazzi, caduta vittima dell'eroina alla fine degli anni '70. Forse per questo l'album non ha avuto grande risonanza: il pubblico spesso pecca di pigrizia, e il comico gli piace quando fa il comico. Se mostra l'altra faccia di sé, il pubblico è poco invogliato a scoprirla. Nel 2005 Luttazzi era certo lontano dagli schermi TV, ma non dai palcoscenici né dalle pagine dei giornali, dove era protagonista. Ma questo disco passò inosservato, anche in rete se ne trovano poche tracce. Eppure non è affatto male.
La scrittura è raffinata, l'interpretazione di Luttazzi ottima, i musicisti fanno un gran bel lavoro. C'è una pecca, gli arrangiamenti. Che non è che siano brutti, né dilettantistici. Ma sembrano non decollare mai e lasciare tutti i brani in una stessa atmosfera, sospesa tra Broadway, una Londra annacquata e la riviera romagnola. Molto standard in ambito musical, e forse proprio per questo poco efficaci. Inoltre, Luttazzi sceglie (o meglio, scelse già dal '79, anno a cui risale la prima composizione) di scrivere e cantare i suoi testi in inglese. Non è un problema in sé, visto che i risultati sono buoni. Ma se già la gravità dell'argomento allontanava il pubblico del comico da quello del musicista, la scelta dell'inglese da parte di un personaggio che sulla parlantina ha costruito la propria fortuna si rivela (a livello di riconoscibilità) perdente.

daniele luttazzi
Dal sito www.ferrucciodallaglio.it

Ed è un peccato. I limiti di quest'opera nascondono, ma non intaccano, i suoi pregi. Luttazzi compone con molta fantasia, cerca soluzioni armoniche non banali. Canta con lo stile di un crooner ma un paio d'ottave sopra, producendo quell'effetto straniante che poi è anche la cifra della sua comicità. L'argomento pesante inibisce ma non sopisce del tutto l'ironia del comico, che viene a galla soprattutto in alcuni brani, come Vienna, Vienna.
Il pezzo più riuscito dell'album è sicuramente la canzone eponima, decima e ultima traccia: Money for dope abbandona gli arrangiamenti altisonanti e si limita a miscelare piano, chitarra elettrica e violoncello. Le parole e la voce di Luttazzi prendono il sopravvento in un'atmosfera rarefatta, su cui si innestano nel finale basso e batteria. Un brano che è sicuramente il tesoro del disco, premio finale di un percorso difficile, pieno degli ostacoli che abbiamo rilevato fin qui.

Credo che Daniele Luttazzi sia stato uno dei protagonisti più positivi di questi ultimi anni. Uno che interpreta il suo ruolo con coerenza, ma con quella coerenza che non sfocia nell'ottusità. La sua comicità intelligente e sopra le righe ne ha fatto un punto di riferimento per un'Italia alla deriva; ma che proprio perché alla deriva lo ha scambiato per un simbolo di libertà politica, mentre trovo che Luttazzi sia un interprete della libertà intellettuale, che comprende quella politica, ma anche molto di più. Tutto questo senza volerne fare un santo o un martire, sia chiaro: è un mestierante, un ottimo mestierante. E la sua capacità di spaziare dal teatro comico a una dimensione musicale tragica ne costituisce una dimostrazione ulteriore.

mercoledì 25 settembre 2013

Me, Pek & Barba per un giorno

Nel lontano 2007, in un forum per violinisti, trovai l'annuncio di un tale "Centopassi" che cercava un violinista folk nella zona di Parma. Avevo molta voglia di suonare il violino, e lo contattai subito. All'epoca lavoravo a Soragna, e il gruppo provava a Roccabianca: un tiro di schioppo. Andai a conoscere il gruppo, pensando che la collaborazione non sarebbe durata troppo, perché avevo in piedi i miei progetti e via dicendo. E invece rimasi con loro per tre anni, dal 2007 al 2010. Tre anni intensissimi, densi di prove, concerti, trasfertone.

rocco rosignoli live coi me pek e barba 2008
Una foto d'epoca (2008). Io sono il capellone col violino in mano.

La mia intenzione era quella di entrare nel gruppo senza troppo impegno. Sladinarmi nei live, suonare il violino in gruppo per migliorarmi, ma mantenere al centro del mio discorso musicale la mia produzione. Non fu così: i Me, Pek & Barba diventarono presto importanti quasi quanto le mie canzoni. Fui preso nel turbine della loro simpatia, della loro spontaneità. Mi sentii da subito uno di loro, parte attiva del progetto, e non musicista di fila. Ero entrato cercando qualcuno con cui suonare per un po', e invece avevo trovato degli amici. Degli amici che non mi hanno lasciato più. Tant'è che domenica scorsa, il 22 settembre, sono tornato sul palco con loro.
Non è la prima volta che succede: essendo amici, è capitato spesso che ricomparissi sul palco, con in braccio la chitarra, o il mandolino, o addirittura il violino (ormai non lo studio quasi più, quindi dal vivo lo suono poco volentieri). Ma quella di domenica era una data speciale. A marzo 2013, in occasione dei 10 anni della band, i ragazzi hanno tenuto un superconcertone di San Patrizio al Fuori Orario, locale storico nella bassa reggiana. Dieci anni fa, quando iniziarono la loro attività, suonare al Fuori Orario era il loro sogno. L'evento era dunque assolutamente speciale, e come tale andava immortalato: ecco che quindi la band ha deciso di trarre dalla serata un cd+dvd live, dall'azzeccatissimo titolo Un sogno folk.

me pek e barba un sogno folk cover

La generosità di questi amici è eccezionale, tanto che, nel giorno in cui presentavano questo loro prodotto così importante, mi hanno voluto sul palco. All'apertura dei cancelli dell'Arena del Sole di Roccabianca (PR), il paese dei Me, Pek e Barba, il pubblico (numerosissimo) venuto ad ascoltarli ha trovato sul palco il sottoscritto, da solo con la sua chitarra e le sue canzoni, che presentava il suo Testuggini. Dopo un minishow di circa mezz'ora, mi sono rintanato dietro le quinte. Sandro Pezzarossa e Davide Tonna, rispettivamente voce e banjo/bouzouki del gruppo, sono stati intervistati da Francesco Monaco, giornalista della Gazzetta di Parma. Sul palco con loro è salito anche Gigi Cavalli Cocchi, batterista che non ha bisogno di presentazioni, e che dal 2011 segue i Me, Pek & Barba in qualità di direttore artistico. Con la sua supervisione il gruppo ha realizzato nel 2012 quello che io trovo il loro disco più bello e riuscito, La scatola magica, una sorta di concept album che ruota attorno al tema del mistero.
All'intervista ha fatto seguito la proiezione di un docufilm, contenuto anche nel dvd. Io purtroppo non l'ho visto, perché durante la proiezione ero dietro le quinte con tutti gli altri, come testimonia questa foto di Stefano Montagna.

me pek e barba con rocco rosignoli e franco giordani
Dietro le quinte...

Alla fine del filmato è iniziato il concerto vero e proprio. Io ho raggiunto i ragazzi sul palco a due terzi dello spettacolo, per suonare i vecchi pezzi che eseguivamo assieme alcuni anni fa. Sul palco, come ospite esterno, era presenta anche Franco Giordani, mandolinista del cantautore friulano Luigi Maieron, vecchio amico di tutta la band (tanto che, un paio d'anni fa, ha chiamato me in Friuli per un concerto). Ho suonato un primo pezzo con i Me, Pek & Barba, dopodiché (colpo di scena!) è entrata in teatro l'Associazione Bandistica Giuseppe Verdi di Busseto. Diretta dal M° Alessandra Tamborlani, la banda ha accompagnato il gruppo per gli ultimi cinque pezzi del concerto, nell'entusiasmo generale del pubblico!

banda di busseto e me pek e barba

Una grande domenica fatta di musica, applausi, di amici veri. Questa è stata la domenica che ho trascorso a Roccabianca, ed è stata grande l'emozione di tornare un Me, Pek & Barba per un giorno!

me pek e barba 22 settembre 2013 foto di gruppo

lunedì 23 settembre 2013

Vertigine: Milano che visse due volte

Giovedì 19 settembre sono stato in un posto bizzarro, qui a Milano. Io e Alice abbiamo preso la nostra macchinona (nient'altro che una multipla a metano del 2001) e l'abbiamo parcheggiata nei pressi dell'Admiral Hotel, albergo a quattro stelle dalle parti di Corso Sempione. I fan più irriducibili di James Bond ricorderanno questo nome: l'Admiral Hotel è la sede del primo fan club italiano dedicato a 007, e ospita un museo incentrato sul personaggio!

admiral hotel
Foto tratta da www.admiralhotel.it

In questo hotel la redazione della rivista online Orasenzombra organizza Admiral lab - book on stage, una serie di incontri di intrattenimento culturale dedicati alla presentazione di libri. E il libro presentato giovedì scorso è frutto del lavoro di due autori, dei quali uno è particolarmente caro a chi, come me, è appassionato di musica d'autore. Gli autori sono Erica Arosio, reduce dal successo editoriale di L'uomo sbagliato, e Giorgio Maimone, giornalista di chiara fama, critico musicale affermato, fondatore del sito Bielle - La Brigata Lolli, punto di riferimento imprescindibile per gli appassionati di canzone "d'autore" in Italia.

Ma a questo giro Giorgio Maimone presentava un romanzo, un noir. Scritto a quattro mani con la Arosio, il libro porta il titolo di Vertigine, quasi in omaggio al Vertigo di Alfred Hitchcock, meglio noto in Italia come La donna che visse due volte. Il romanzo, che naturalmente ruota attorno a un delitto, è ambientato nel 1958. Intreccia una grande quantità di personaggi complessi, ma la vera protagonista, come sottolineano gli autori nella premessa, è la città di Milano. Una Milano che sta per conoscere il boom economico, ma che è ancora in bilico tra la metropoli e l'agglomerato di paesi limitrofi. Una Milano dove ancora le case si riscaldano con le stufe a legna, e la nebbia è nera e densa come non sarà mai più.

giorgio maimone erica arosio vertigine

Gli autori, intervistati dalla frizzante Daniela Basilico e dal poliedrico Fabrizio Canciani, la mente dietro a Orasenzombra, hanno intrattenuto il pubblico per quasi due ore. Stefano Covri, cantautore e ottimo chitarrista, ha inframezzato la conversazione con alcune canzoni cariche di "milanesità": da Jannacci e Gaber, fino ai pezzi propri, scritti spesso a quattro mani con Canciani stesso.

orasenzombra vertigine admiral lab
Foto di gruppo: Stefano Covri, Danilo Mastantuoni, Fabrizio Canciani, Daniela Basilico, Erica Arosio, Giorgio Maimone (dalla pagina facebook di Orasenzombra)

Naturalmente non mi sono lasciato scappare l'occasione di comprare una copia di Vertigine. Ora mi immergerò nella lettura di questo bel tomo. Intanto, oltre ad aver conosciuto Giorgio di persona, rimane la soddisfazione di aver scoperto una realtà come Orasenzombra, che si cimenta nel tentativo non facile di fare intrattenimento di stampo culturale; e che, a giudicare dalla serata di giovedì, sembra proprio riuscirci!

domenica 15 settembre 2013

La coperta è gelata e l'estate è finita

Un'estate da testuggini sta finendo. Emozioni a non finire durante questi mesi caldi, che mi hanno portato un po' dappertutto. Dal busking milanese alle radio venete, dai boschetti appenninici alle feste di paese, questa lunga stagione musicale si è allargata ovunque, con me e i miei strumenti al seguito.
Oggi ero in Appennino. Il cielo era carico di pioggia, l'aria fredda, nell'aria odore d'autunno. L'autunno in montagna è splendido. Da un paio d'anni non sono riuscito a godermelo, farò di tutto per non perdermi quello che sta iniziando.

rocco rosignoli autunno

passaggio a livello
L'emblema della malinconia autunnale: essere fermi al passaggio a livello sotto la pioggia.



Quando la pioggia si ferma e le nubi basse si diradano, i colori degli alberi sui monti sono uno spettacolo che mi commuove fin da quando ero piccolo. Uno spettacolo che ho voglia di vedere.
Ogni estate che finisce mi lascia un po' di malinconia. Sarà che la mia storia è la storia di una famiglia di montagna, e che quando l'estate finiva la vita si faceva più dura; sarà che in settembre compio gli anni, e dunque ogni volta prendo il largo per l'autunno con un anno in più sulle spalle... quest'anno però ho avuto la fortuna di festeggiare nel migliore dei modi, suonando! Il 6 settembre infatti ho potuto tenere un concerto all'Osteria Oltrevino, un angolo magico della mia Parma. Siccome il mio compleanno è il 4, ne abbiamo approfittato per festeggiarlo in musica!



Al bouzouki all'Osteria Oltrevino



Questa è stata l'ultima data dell'estate, ed è stato un grande piacere trscorrerla con i padroni di casa Michel e Alice, e con tutti quelli che mi sono venuti a sentire. Ma ieri sera, a Gualtieri (RE), ho inaugurato la stagione autunnale con gli amici di Rigoletto Records! Siamo stati invitati da Francesco Italiano e Irina Petrescu, dell'associazione culturale Iris. Diego Baruffini, Alberto Padovani e io, con il prezioso contributo di Enrico Fava, abbiamo intrattenuto una piccola ma calorosissima platea per la serata, immersi tra le opere dei pittori in esposizione.

rigoletto records live a Incontri d'arte gualtieri
Rigoletto Records live a Incontri d'Arte, Gualtieri (RE)


Alla fine della nostra esibizione, due poeti hanno letto i loro componimenti: Amelia Stanescu, insegnante universitaria di Costanza, dalla voce delicata e dalla lettura intensa; e Mario Castro, cileno di nascita e rumeno d'adozione, carismatico e penetrante. Ho avuto l'onore di accompagnare entrambi alla chitarra, riprendendo il mio vecchio ruolo di "chitarrista da reading".


Folk nella bassa coi Me Pek & Barba

Gli impegni autunnali crescono. Per domenica prossima, ho già un invito a suonare. I miei amici Me, Pek & Barba, con cui ho suonato il violino e la chitarra per tre anni, festeggiano i loro dieci anni di attività. Per l'occasione hanno prodotto un cd+dvd, realizzato durante un concerto al Fuori Orario. Presenteranno questo prodotto domenica prossima, ore 17, all'Arena del Sole di Roccabianca. E siccome sono stato un Me, Pek & Barba anch'io, mi hanno invitato a presentare Testuggini in apertura. L'invito mi ha commosso a dismisura, e non vedo l'ora di rivedere i ragazzi! Se non avete Testuggini, può essere una buona occasione per procurarvelo. Oppure...

Testuggini in digital download su iTunes

Sono finalmente riuscito a mettere online Testuggini! Potete acquistare l'album o il singolo brano che vi interessa su iTunes. Se lo fate, fatemi un fischio, che vi ringrazio di persona!

E l'estate se ne va; e noi continuiamo a camminare "piano e sano" lungo la nostra strada. A presto, amici lettori, e buon autunno!

venerdì 13 settembre 2013

Muore Otto Sander, angelo per Wim Wenders

Ieri sera è venuto a mancare un grande attore: Otto Sander, tedesco, interprete de Il cielo sopra Berlino di Wenders, e del suo seguito Così lontano, così vicino. Generalmente ignoro notizie di questo tipo, non sono incline alla commozione collettiva, né alle celebrazioni del defunto del giorno, che suonano sempre un po' false. Appunto per questo stavolta mi sento di trasgredire alla mia regola.

otto sander cassiel

Il cielo sopra Berlino è stato un film importantissimo per me. Lo vidi in un periodo della mia vita in cui avevo uno sfrenato bisogno di studiare tutto ciò che trovavo interessante: per quel film fu così. Ingurgitai manuali di angelologia, stradari berlinesi, manuali di cinema; ripassai i testi di storia contemporanea, spesi ore e ore a guardare e riguardare il film, cercando di cogliere i non detti, i simbolismi, le citazioni. Ancora non studiavo l'ebraico, avrei iniziato poco dopo, capendo molto dei nomi angelici, e del debito cabalistico che aveva l'approccio alla figura degli angeli scelto da Wenders. Sviluppai un forte affetto per quella pellicola e per i suoi personaggi. Su tutti, il più capace di attirare la mia attenzione non era Damiel, l'angelo protagonista, che sceglie di diventare uomo; ma Cassiel, l'angelo del silenzio e della solitudine, figura immobile e dolorosa, simbolo di un'incomunicabilità sicuramente individuale, ma anche della Germania intera, una nazione divisa da una ferita profondissima incarnata in quel muro che gli angeli attraversano di continuo, ma da impotenti spettatori.
Questa condizione è ben rappresentata dalla sequenza che inizia ai 3'39" di questo video, che non posso incorporare per restrizioni di youtube. Incapace di salvare un suicida, l'angelo Cassiel si lancia dalla Vittoria Alata; il suo tuffo diventa un volo tra la disperazione di una città, per approdare fino agli orrori della storia stessa. Il volto di Otto Sander scandisce queste immagini con il suo sguardo tra l'attonito e l'imperturbabile. E ci regala un'emozione intensa; per me, una delle più intense che il cinema mi abbia trasmesso. E per l'intensità di quell'emozione sarò sempre grato a Cassiel, e a Otto Sander, che gli ha dato il suo volto.
Il mio rapporto col tempo è cattivo. Avverto che gli anni passano anche da questo: che i personaggi epocali che vengono a mancare stanno smettendo di essere quelli di riferimento della generazione dei miei genitori, e cominciano a essere i miei. Ma ricordiamo la canzone di Nick Cave scritta per Così lontano, così vicino:

Do not grieve at the passing of mortality,
for life's but a thing of a terrible gravity


trad: Non addolorarti per il passaggio della vita mortale,
perché la vita non è che una cosa di una gravità terribile.

Nick Cave, Faraway, so close





otto sander cassiel
Otto Sander, 1941-2013

mercoledì 11 settembre 2013

Inti Illimani, 1973-2013: 40 anni di memoria

L'undici settembre 1973 il generale Pinochet prese il potere in Cile con un colpo di stato. Durante il golpe militare Salvador Allende, il primo presidente marxista eletto democraticamente nella storia, dopo aver combattuto fino all'ultimo, perdeva la vita, probabilmente suicidandosi per non essere preso e torturato. In quel momento, gli Inti Illimani, famoso gruppo cileno, si trovavano in tournèe proprio in Italia. La tragedia avvenuta nel loro paese li costrinse all'esilio, perché la loro posizione politica era ben nota. Il nostro paese divenne per questi musicisti una seconda casa. Vissero in Italia fino al 1988, e qui si fecero conoscere, amare, rispettare, ammirare dal grande pubblico.
A quarant'anni da quel terribile 11 settembre, la mia piccola città, Parma, ha ospitato un concerto di questo gruppo, portatore di una memoria enorme, e di un'esperienza irripetibile e ricchissima. Il Comitato Antifascista è riuscito a portare gli Inti Illimani qui, durante una serata di commemorazione dedicata a Salvador Allende.

comitato


La serata è stata aperta dal mio amico Francesco Pelosi. Accompagnato dagli Emily, ha presentato quella che è la loro ultima opera, i Cantari della Guerra Silenziosa, ispirati all'opera del peruviano Manuel Scorza.
Poi sul palco è salito Jorge Coulòn, leader dell'attuale formazione degli Inti Illimani, per una breve intervista con Maurizio Chierici. Il concerto, ha detto Coulòn, nelle intenzioni del gruppo non sarebbe stato un concerto per nostalgici, perché la nostalgia può essere un male; ma un concerto per la memoria.
Io sono andato al concerto pensando di essere coinvolto più dal valore storico del gruppo che dalla loro musica, come tante volte mi è successo ascoltando gruppi di lungo corso. Mi sbagliavo di grosso: gli Inti Illimani sul palco sono di un'intensità rara, nonostante l'età ormai avanzata (o forse anche grazie a quella, tre quarti e più della loro vita li hanno trascorsi sul palco).

inti illimani parma 10 settembre 2013
Le foto fatte col cellulare non rendono molto, ma tant'è...


L'emozione è stata tale che in un paio di momenti mi è venuta la pelle d'oca, in particolare quando il gruppo ha eseguito la propria versione di Arriba quemando el sol, il famoso brano della loro conterranea Violeta Parra. Posto qui la versione originale, data 1975.


Parma ha saputo dare un forte abbraccio a questo storico gruppo: il pubblico era commosso, felice, entusiasta. La città ha saputo dare il giusto valore a questo quarantesimo anniversario, e agli ospiti d'eccezione che hanno voluto condividerlo con lei. I miei complimenti vanno all'organizzazione, il Comitato Antifascista ha saputo creare un evento ottimo, di sicura risonanza, e ricco di contenuti che non mi possono lasciare indifferente. Cercherò di raccogliere l'invito di Jorge Coulòn, esercitando la memoria senza scadere nella nostalgia. Ma per il momento mi lascio sopraffare ancora un po' dalle emozioni della serata.

lunedì 2 settembre 2013

Album live in arrivo, compleanni in agguato e summertour al termine!

La fine dell'estate è arrivata, i lunghi periodi di villeggiatura sono ormai chiusi e la montagna e il mare si svuotano. La mia estate da testuggine però deve ancora finire. Come avete letto in questo post, il mio summertour il 9 di agosto ha fatto tappa in Appennino, a Chiastre di Ravarano (PR). Ho accompagnato con un po' di canzoni una serata di degustazione, godendo di un sidro ottimo e della compagnia di tanti cari amici, con cui ho trascorso tante estati a Berceto (come sapete). Una vera e propria boccata d'aria dopo questo mio primo anno milanese.


Oltre agli amici, era presente anche mio zio Pietro Zatti, che come sempre si è speso realizzando ottime fotografie



La mia estate musicale non è finita lì; il 23 agosto ho suonato per l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. Il concerto si è svolto a Sala Baganza (PR). Non è la prima volta che suono per i Partigiani di Sala. In passato, soprattutto col Canzoniere delle Stagioni, ho già avuto il piacere di essere ospite dell'ANPI, cui sono anche iscritto presso la sezione di Parma. Per l'occasione ho voluto preparare una scaletta tutta nuova, con tanti pezzi di guerra partigiana, canti popolari, anarchici e di lavoro. Non un semplice concerto di Rocco Rosignoli, ma uno spettacolo in linea con ciò che l'ANPI rappresenta, e che le sono grato di rappresentare. Sono stato invitato dall'amico Nicola Maestri (vi consiglio di seguire il suo blog), e tutta l'organizzazione (a partire da Fausto Villazzi, con cui ho mantenuto un filo diretto dall'ingaggio fino al concerto) mi ha seguito da vicino con una gentilezza estrema. A loro va il mio grazie.

rocco rosignoli live anpi sala baganza



Per l'occasione abbiamo fatto le cose in grande. A farmi il service è venuto Ribamar Poletti, il mio sound engineer di fiducia. Siccome era anche lui a Berceto nei miei stessi giorni, ne abbiamo approfittato e abbiamo fatto i suoni completamente in digitale già nel suo giardinetto, di fronte alla legnaia.

rocco rosignoli ribamar poletti souncheck



Ribamar ha creato in cuffia un mix ideale per la serata. Arrivati sul posto è stato necessario solamente tarare le casse sull'ambiente, e tutto era già perfettamente funzionante. Riba ha fatto le ultime correzioni pilotando il computer in wireless tramite un ipad collegato a un macbook air controllando i decibel con un iphone. Praticamente un endorser apple...
Già che c'era, ha deciso di registrare la serata: una volta mixati i brani, ne trarremo un live che pubblicherò e diffonderò gratuitamente su internet, il mio primo album live!

Il summertour si chiude venerdì; siccome il 4 è il mio compleanno, ho deciso di festeggiarlo nel modo che preferisco: suonando! Il concerto si svolgerà tra mure amiche, quelle dell'Osteria Oltrevino, gestita dall'amico Michel Torrisi, sempre pronto a spendersi per la canzone d'autore. Incollo qui sotto il testo del comunicato stampa che ho inviato questa mattina.

Compleanno d'autore all'Oltrevino!

Venerdì 6 settembre all'Osteria Oltrevino di Borgo Cocconi (Parma), il cantautore Rocco Rosignoli festeggerà il proprio compleanno con un concerto. La data sarà l'ultima del tour estivo, che ha visto Rosignoli impegnato in tutto il nord Italia. Testuggini, il suo ultimo CD, ha ottenuto parecchi consensi, e il suo tour da one man band è stato seguito e applaudito da un ottimo pubblico. Venerdì sarà l'occasione per festeggiare insieme i 31 anni dell'autore, in un luogo amico come l'Osteria Oltrevino. E, per chi non l'ha ancora fatto, per procurarsi Testuggini!




E invitando tutti a partecipare, vi mando un gran saluto; a presto con nuove avventure sgusciose!