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lunedì 16 dicembre 2013

Rigoletto Records e il suo canto per Parma

C'è un filo rosso che attraversa Parma e risuona nei cuori di chi la vive. Un filo rosso fatto di storie di gente, di vita di popolo, di passioni e di bellezza. Un filo rosso che risuona di musica ininterrotta, che attraversa le vite dei parmigiani e si fa centrale nei loro giorni. Tanti qui si sono cimentati con la musica, in ogni sua forma: possiamo partire da Giuseppe Verdi per arrivare a noi, piccoli cantautori della Rigoletto Records, che al Maestro ci siamo umilmente rifatti per battezzare la nostra associazione. E proprio noi, membri di questa associazione, questo venerdì vedremo il premio di una stagione ricca di eventi. La rassegna Il crocevia della canzone, che ha portato a Parma personalità musicali da tutta Italia, sarà coronata da una serata speciale.
Venerdì 20 dicembre alle 21.30 presso la Casa della Musica verrà presentato Volume 2, compilation di inediti made in Parma.

locandina rigoletto records volume 2 20 dicembre


Undici cantautori riuniti in una realtà di collaborazione che valorizza la musica e lo stesso territorio in cui viene prodotta. Undici storie diverse, undici individualità fuori dal coro, che riunite sanno darsi forza a vicenda; come i tarocchi raffigurati nella copertina, che funzionano quando riuniti nel mazzo tutti insieme.


Abbiamo avuto la fortuna di realizzare questo secondo disco sotto la direzione artistica di Gigi Cavalli Cocchi (batterista per CSI, Ligabue, Lassociazione), che ne ha anche curato il progetto grafico. Massimo Zamboni (chitarrista per CCCP e CSI, ora ottimo solista, ma anche scrittore e artista a tutto tondo) ha scritto una prefazione appositamente per la compilation. Gli undici brani inediti sono stati registrati presso lo studio Macchina Magnetica di Romeo Chierici. Tante personalità, tante abilità, tante professionalità diverse che si sono messe in gioco credendo nel progetto di Rigoletto Records. E noi non vediamo l'ora di metterci a nostra volta in gioco venerdì sera, per presentare il nostro cd.



Sul palco con me ci saranno Eleonora Montenegro ed Enrico Fava, che hanno suonato flauti e pianoforte nel brano da me inciso, intitolato I diavoli. Due ottimi amici che sono fiero di avere con me durante questa nuova avventura! Parecipate numerosi, ne varrà la pena: la serata sarà ricca, varia, carica d'emozioni e... non diciamo nulla ma forse forse ci sarà una sorpresa.

mercoledì 11 dicembre 2013

Che Santa Lucia ti conservi la vista


santa lucia

Il 13 dicembre è Santa Lucia. A Parma Santa Lucia è una festa molto sentita in quanto la santa in questione fa parte di quel novero di portadoni annuali che si ammassano tutti attorno alla giornata del solstizio d'Inverno (Santa Lucia, Gesù Bambino, Babbo Natale/San Nicola, La Befana, i Re Magi...). Santa Lucia è una santa cieca e in quanto tale protettrice della vista. La leggenda dice che lei avesse visto un omicidio e che gli assassini le avessero cavato gli occhi per non farsi riconoscere. Lei li ha messi in un piattino vintage e se li porta a spasso così. In realtà era una martire cristiana e il nome Lucia (da lux, luce) la fece diventare la protettrice della vista. A Parma quando hai dodici-tredici anni e la mamma ti becca che guardi le cose zozze, lei ti sfotte dicendo "che Santa Lucia ti conservi la vista" e tu te ne vai tutto umiliato e magari da grande fai il cantautore. Che è sempre meglio del femminicidio.


Santa Lucia arriva a Parma in groppa a un asino, copiando Gesù che arriva a Gerusalemme. L'asinello di Santa Lucia è simpatico e gli si lasciano i biscotti o le carote. Lei entra furtivamente in casa tua e ti lascia i doni in cambio dei biscotti e il latte. E tu le lasci i cibi perché in fin dei conti mica la conosci, magari se le gira male ti cava gli occhi nel sonno. Infatti gira sempre col carbone, che dicono lo lascia ai bambini cattivi, ma la storia di Polifemo fa sorgere alcuni sospetti sulla reale funzione.
Quest'anno il 13 dicembre sera sarò a Cernusco sul Naviglio, in un posto che si chiama La Filanda e che dovrebbe essere al riparo da Santa Lucia. Un po' mi spiace di non essere a Parma perché in realtà anche se ho trent'anni suonati tutti gli anni mia mamma mi regala un sacco di dolciumi per Santa Lucia. E io ne vado ghiotto.
Ognimodo, a Cernusco alle 21.00 sarò sul palco con Giorgio Maimone, che ormai chi frequenta questo blog conosce bene. Presenteremo il suo bel romanzo Vertigine, purtroppo non ci sarà la coautrice Erica Arosio, che sarà a Courmayeur. Vuoi mettere con Cernusco?
Devo ancora informarmi se a Courmayeur arriva Santa Lucia, in tal caso dovrò mettere in guardia Erica di mettere fuori due biscotti e un po' di latte.
Ma intanto, se qualcuno nei pressi di Milano, Cernusco e dintorni volesse passare alla Filanda a sentire la presentazione di un bel romanzo e qualche bella canzone, sa dove trovarci!

talenti in circolo flyer

Domani a Parma col Volume 2 di Rigoletto Records

Domani, 12 dicembre 2013, alle 21.30 troverete me con altri cantautori di Rigoletto Records al Dulcamara (via D'Azeglio 108, Parma). Presenteremo in anteprima i nostri brani incisi in Volume 2, la nostra compilation, in uscita a giorni.

rigoletto records volume 2 natale 2013

La compilation è stata realizzata sotto la supervisione di un direttore artistico d'eccezione: Gigi Cavalli Cocchi (batterista per Ligabue, CSI, Mangala Vallis) e vanterà una prefazione di Massimo Zamboni, storico chitarrista di CCCP e CSI, oggi ottimo solista. Nel video che segue Gigi Cavalli Cocchi racconta come vede la Rigoletto Records.



Gigi non si è limitato a farci da direttore artistico: ha anche curato la grafica del cd, e nel video che segue ci racconta l'idea che sta alla base del suo lavoro.



Giovedì al Dulcamara suoneremo tutti in acustico. Nessuna amplificazione, voci, chitarre e pianoforte, in perfetta fusione con il pubblico. Ad accompagnarmi al piano ci sarà Enrico Fava, che ha suonato anche nel brano della compilation. Il brano si intitola I diavoli, e oltre alla partecipazione di Enrico vede anche quella di Eleonora Montenegro ai flauti. Che cosa posso dirvi di più? Non mancate!

Musica, popolo e terra in uno spettacolo per Verdi

I cantautori della Rigoletto Records andranno in scena il 29 dicembre al Museo Verdi di Busseto

L'associazione culturale Rigoletto Records, con sede in Parma, è formata da cantautori e musicisti che operano sul territorio. Un'unione che si basa su due ingredienti fondamentali: la musica e il legame con la propria terra. E il rimando alla figura di Giuseppe Verdi è immediato: il cigno di Busseto è stato un protagonista della musica dell'800, e con la sua terra ha sempre mantenuto un rapporto stretto. Proprio questo rapporto sarà al centro di uno spettacolo musicale allestito dalla Rigoletto Records. Lo spettacolo, dal titolo Humus popolare nella musica verdiana, andrà in scena domenica 29 dicembre alle ore 16.30 presso il Museo Nazionale Giuseppe Verdi di Busseto (PR). Sul palco ci saranno i cantautori Alessandro Casappa, Ugo Cattabiani e Rocco Rosignoli, accompagnati dal pianista Domenico Maisto. Affronteranno la trilogia popolare in modo inedito, mescolando suggestioni verdiane a rimandi letterari, canti di lavoro e canzoni d'autore, incastonati in una narrazione emozionante e mai scontata; il tutto in un'ottica di continua rielaborazione di un patrimonio artistico e territoriale inestinguibile.

humus popolare nella musica verdiana casappa cattabiani rosignoli


Informazioni e prenotazioni:
Museo Nazionale Giuseppe Verdi
Viale Ziliani 1
43011 Busseto (Pr). Telefono: 0524/931002
Email: info@museogiuseppeverdi.it

mercoledì 4 dicembre 2013

Testuggini su Radiogas oggi alle 19.30

Oggi pomeriggio partirò per Prato, mi farò un giretto per la città, e sotto sera mi incontrerò con Tatiana Lucarini, frizzante conduttrice di What's Up, programma della web radio Radiogas. Potete seguirci su http://www.radiogas.it, a partire dalle 19.30! Tatiana e le sue colleghe hanno scoperto il mio Testuggini al Mei di Faenza, e mi hanno gentilmente invitato in trasmissione. Non vedo l'ora di fare una chiacchierata con loro! Ci scapperà anche qualche canzone live. Mi raccomando, seguiteci! 

lunedì 25 novembre 2013

E così portammo Max Manfredi a Parma...

Venerdì 22 novembre la Rigoletto Records ha ospitato un evento magnifico. Max Manfredi è venuto a Parma, dove ha fatto un concerto e un incontro-intervista, entrambi organizzati dalla nostra associazione. L'intervista l'ho condotta io. Ed è stata dura: nonostante sia in contatto diretto con Max da anni, e nonostante lui sia una persona che sa mettere a proprio agio l'interlocutore, davanti a lui provo sempre un briciolo di timore reverenziale. Perché Max Manfredi è un mio maestro, uno che ha avuto una profonda influenza su ciò che scrivo. E vi dico la verità, mentre lo intervistavo mi tremavano le ginocchia.
L'evento è iniziato alle 18.30, all'Oratorio Novo della Biblioteca Civica di Parma, covo della nostra associazione. Nel pomeriggio, gli amici del quotidiano Rosso Parma, per lanciare l'evento, avevano pubblicato un'intervista inedita, realizzata da me pochi giorni prima. Potete leggerla cliccando sull'immagine.

rosso parma intervista inedita a max manfredi

All'Oratorio Novo, senza microfoni, in una chiacchierata con il pubblico, Max Ha ripercorso le tappe della sua carriera, dagli esordi al Tenco degli anni '80, passando per le sue collaborazoni più famose (Edoardo De Angelis, Fabrizio De André), fino ad arrivare al suo presente, e al progetto Dremong, per cui sta con successo sfruttando una tecnica di crowdfunding via internet.

rocco rosignoli e max manfredi

Una parte importante dell'intervista è stata occupata dalla produzione letteraria di Max Manfredi. Gli ho rivolto alcune domande riguardo al suo Trita provincia, un romanzo del 2003 (acquistabile in questi giorni tra i premi del crowdfunding); e sul suo libro dei Limerick, scritto nel 1994 assieme a Manuel Trucco, di cui Max ha concesso anche una spassosissima lettura al pubblico presente in Oratorio Novo. Max per la lettura ha usato la mia copia del libercolo: quando me l'ha reso, il volumetto portava la sua firma, e un Limerick improvvisato che mi vedeva protagonista... a quel punto io, che a conti fatti di Max Manfredi sono un fan, "a iò pissè pr'aria" (espressione idiomatica parmigiana che può essere tradotta con "mi sono compiaciuto non poco").

limerick autografo di Max MAnfredi

Dopo l'incontro ci siamo spostati verso la Giovane Italia, dove Max Manfredi avrebbe suonato, accompagnato da Fabrizio Ugas e Matteo Nahum. Prima del concerto ci siamo concessi una cena direi trimalchionica, ricca di cibo, chiacchiere, convivialità della più sana.

maestri a confronto
Essendo a Parma, assieme ai tortelli d'erbetta,
al prosciutto e al vino rosso
non poteva mancare lo spirito di Giuseppe Verdi...


Il concerto che è seguito è stato lo sfoggio di bravura di un fuoriclasse, accompagnato da due musicisti eccezionali. La partecipazione del pubblico è stata abbondante, religiosa, entusiasta, nonostante la forte concorrenza di Battiato che proprio la stessa sera suonava al Teatro Regio. Una risposta così forte da parte della città ci fa sperare che abbia davvero senso progettare eventi come quelli che stiamo portando avanti con Rigoletto Records. E ringraziamo per la sua collaborazione il Circolo Giovane Italia, che ci sta dando un appoggio enorme in questo autunno così ricco; ringraziamo anche il quotidiano Rosso Parma, di certo la più virale tra le testate locali, che ci ha sostenuti pubblicando l'intervista inedita a Max; e ringrazio personalemnte Ugo Cattabiani, mente della Rigoletto Records, Alessandro Casappa, che è sempre lì quando serve aiuto, e Alberto Padovani, che senza di lui gli incontri in Civica sarebbero solo un sogno. Ringrazio Max Manfredi, Fabrizio Ugas e Matteo Nahum, che ci hanno regalato l'emozione di un concerto unico. E soprattutto ringrazio chi è venuto: serate del genere riescono grazie al pubblico. Grazie davvero, rendete realtà un piccolo sogno di provincia!

fabrizio ugas max manfredi matteo nahum

venerdì 22 novembre 2013

La setttimana della musica: esce la compilation digitale!

Giorni pieni di cose da fare, giorni ricchi, giorni di corsa tra Milano e Parma, dove stanno aprendosi tante possibilità e tante collaborazioni, per me e per la Rigoletto Records. Sto trascurando un po' il blog, perdonatemi: tornerò presto con grandi novità! Ma non posso mancare di segnalarvi un'iniziativa importante: è uscita oggi la compilation della Settimana della Musica 2013.
La Settimana della Musica è un'iniziativa della cantautrice Ila, che porta musicisti di ogni genere a suonare negli ospedali e nei ricoveri di tutta Italia. Lo scorso aprile ho partecipato anch'io, ed è stata un'esperienza molto coinvolgente, che vorrei presto ripetere.
I partecipanti all'iniziativa sono stati inclusi in una compilation, che ora è in vendita su bandcamp e servirà a finanziare la prossima edizione della SDM. La potete acquistare su bandcamp.

mercoledì 13 novembre 2013

Max Manfredi a Parma il 22 novembre

Con la Rigoletto Records siamo partiti quasi in sordina, cantandocela e suonandocela da soli in quei pochi locali complici che a Parma e dintorni ci davano ospitalità, e fiducia. Ci siamo ingranditi a poco a poco, grazie al lavoro instancabile di tutti i soci, ma soprattutto (bisogna dirlo) di Ugo Cattabiani, il presidente dell'associazione. E siamo arrivati a quest'autunno con una paccata di eventi belli e ospiti importanti e di qualità: sono già stati con noi Bobo Rondelli e Rebi Rivale. Venerdì sarà nostro ospite Flaco Biondini, grande chitarrista argentino di stanza a Parma; e il 22 novembre sarà con noi il mio preferito in assoluto: Max Manfredi.

Max day Max Manfredi a Parma 2013

Max, di cui sono un grande ammiratore e che considero a tutti gli effetti un mio maestro, sarà con noi dal pomeriggio alla sera. Alle 18.30 avrò l'onore di intervistarlo all'Oratorio Novo, la splendida sala nel plesso della Biblioteca Civica in cui Rigoletto Records svolge tante delle sue iniziative, grazie all'ospitalità dell'Istituzione Biblioteche.
Alle 21.30 invece Max sarà sul palco della Giovane Italia, coi suoi chitarristi Fabrizio Ugas e Matteo Nahum, per un concerto in trio. Durante la serata, un addetto dello staff di Max sarà a disposizione per chi volesse contribuire alla realizzazione del suo prossimo album. Sì, perché Max e il suo staff hanno deciso di darsi al crowdfunding (come Max stesso mi anticipò a giugno, in un'intervista esclusiva per questo blog). Hanno scelto di usare la piattaforma Musicraiser, dove stanno raccogliendo fondi per il disco Dremong. Per il pubblico meno abituato agli acquisti via internet, la raccolta avviene anche in loco durante i concerti. Il finanziatore riceve un regolare attestato della propria donazione, che verrà versata a suo nome sul sito. Il donatore riceverà poi a casa il prodotto a cui gli dà diritto l'importo scelto: per un versamento di 5 euro si ricevono 3 mp3, per 20 euro il cd (quando sarà pronto), e così via. Personalmente trovo il crowdfunding un mezzo dalle possibilità eccezionali: il rapporto diretto tra artista e committenza è un'occasione ottima per il pubblico, che può scegliere anziché subire scelte, e per l'artista, che può mettersi alla prova.
Quindi, ricordate: l'appuntamento è per il 22 novembre, a Parma. 18.30 intervista in Biblioteca Civica, 21.30 concerto alla Giovane Italia. Un grande artista torna nella nostra città, diamogli il giusto benvenuto!

mercoledì 6 novembre 2013

Il rumore del lutto: vincere la morte abbattendo il suo tabù

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Il testo inserito in un secondo momento è indicato tra parentesi quadre.

Il lutto è un indumento che si veste nel silenzio; ma per chi lo indossa è un frastuono, che ti assorda e non lascia uscire nulla, tranne il dolore. La morte è uno di quegli argomenti di cui non si parla. Un po' perché è un argomento che da sempre spaventa l'uomo, un po' perché l'epoca in cui viviamo ha fatto della morte uno dei suoi rimossi più palesi. Vero e proprio tabù, la morte è qualcosa di cui si tace: perché il pensiero magico non abbandona l'uomo, e per la magia ciò che non dici non esiste. Eppure, la morte esiste. E non è la negazione della vita, ma piuttosto una sua conseguenza.
Una persona coraggiosa ha avuto, ormai sette anni fa, l'idea di costruire un festival attorno all'idea della morte, tentando di infrangere i tabù che la circondano. Si tratta di Maria Angela Gelati. É una tanatologa, una studiosa della morte e dell'approccio che l'uomo ha nei suoi confronti. Dal 2007 organizza a Parma il festival il Rumore del Lutto. [Nel 2007 Maria Angela ha avuto, assieme al dj Marco Pipitone, l'idea di organizzare a Parma il festival il Rumore del Lutto] che ricorre sempre durante il ponte del 2 novembre.
Quest'anno ho anch'io preso parte a questa rassegna, grazie all'Associazione Amici delle Piccole Figlie. Si tratta di un gruppo di volontari che opera all'interno dell'hospice, reparto di cure palliative: un reparto dove vengono accolti e assistiti i pazienti la cui malattia non può più essere curata, ma la persona sì; e ne ha bisogno più che mai, perché sta affrontando uno dei momenti più difficili della sua vita: quello della morte.
Purtroppo l'anno scorso la mia famiglia ha avuto bisogno di usufruire del servizio offerto dal reparto. Si ammalò mio zio, uno zio che per me è stato un padre, come io sono stato un figlio per lui. Per fortuna abbiamo capito lo spirito di questo posto, e abbiamo potuto percorrere con il nostro Nasario l'ultimo tratto del suo sentiero (come lo chiamava lui) con tutta la serenità possibile in una situazione del genere. Perché il reparto di cure palliative non si prende cura solo del malato, ma anche della sua famiglia, che nel momento della fine è coinvolta quanto il morente. Questo non elimina il lutto, né lo rende meno pesante; ma offre la possibilità di non viverlo in solitudine, e non è poco.
Il mattino del 2 novembre l'Associazione Amici delle Piccole Figlie ha partecipato al seminario Dal curare al prendersi cura: vivere il morire. L'hospice raccontava se stesso in questa mattinata intensa, ricca di contenuti ed emozionalmente impegnativa. Io ho avuto l'occasione di raccontare la mia piccola esperienza, e l'ho fatto nel modo che mi è più congeniale: con una canzone. Questa è una registrazione del mio intervento.


Il Rumore del Lutto però comprende anche eventi di tutt'altro genere. E infatti domenica pomeriggio avrebbe ospitato Massimo Zamboni, storico chitarrista di CCCP e CSI, e oggi solista di grande spessore. Sono andato ad ascoltare il suo intervento insieme a mia madre, che è una fan dei CSI e dei PGR (quanti altri trentenni possono dire lo stesso?). Massimo, che ho conosciuto mesi fa grazie alla Rigoletto Records, avrebbe parlato alla Pinacoteca Stuard, nel centro di Parma. Io e mia madre siamo arrivati sul posto con una mezz'ora di anticipo. Siamo entrati, ma gli organizzatori dovevano ancora arrivare. Uscendo, abbiamo incrociato Massimo: anche lui era in anticipo, e stava ingannando l'attesa passeggiando nei dintorni. L'abbiamo accompagnato a vedere i Giardini di San Paolo, piccola meraviglia nel centro di Parma. E mi scappa un po' da ridere a pensare che ho passato la domenica pomeriggio a spasso con mammà e con un'icona del punk filosovietico... ancora: quanti trentenni possono dire lo stesso?

Finita la breve visita, siamo tornati in pinacoteca con Massimo. Maria Angela Gelati era arrivata, e con lei anche Marco Pipitone, noto dj parmigiano [e co-ideatore] e co-organizzatore del festival. Sarebbe stato lui a intervistare Massimo. Un discorso che ha riguardato soprattutto la sua carriera, con una piccola digressione finale sulla morte, e su come la vive Massimo, che oggi fa vita di montagna. E, come ha sottolineato, la vita di montagna mette in un rapporto più stretto con la morte. Un po' per l'esiguo numero di abitanti dei paesi, un po' perché l'uccisione degli animali è un fatto quotidiano. E quando allevi un coniglio con le migliori cure, nel momento in cui lo prendi per ucciderlo e poi mangiarlo, lui ti guarda negli occhi, e ti chiede conto di quell'azione. E tu ne chiedi conto a te stesso.

massimo zamboni e marco pipitone
Massimo Zamboni e Marco Pipitone

Massimo è un conversatore estremamente gradevole, un ottimo narratore, e, per come l'ho conosciuto, una persona di un'umanità semplice e profonda. Come tanta gente di montagna che ho conosciuto nella mia vita. E com'era mio zio Nasario, anche lui un fiero montanaro. Che la morte l'ha guardata negli occhi, e in quegli occhi ha trovato il coraggio di dire cose mai dette. E che non ripeterò certo qui. Ma il festival il Rumore del Lutto mi ha dato anche quest'occasione: quella di rivivere il meglio di quei momenti cruciali, che dimentichiamo perché naturalmente sovrastato dal dolore. Un dolore in cui noi esseri umani ci riconosciamo comunque tutti uguali: e allora, anziché lasciare che ci assordi, faremmo bene a parlarne - e, se sarà possibile, a farlo con serenità.

lunedì 4 novembre 2013

Rebi Rivale e Rigoletto Records uniti nelle emergenze d'autore

Cosa io pensi di Rebi Rivale l'ho già detto e ripetuto su questo blog. Premettiamo che io sono antipatico e snob, e i miei amici mi odiano perché tutte le volte che mi chiedono un parere glielo do, schietto e sincero come una birra baffuta. Ma la mia schiettezza da baffo d'oro permane anche quando qualcosa/qualcuno mi piace sul serio: insomma, non sono uno dai facili entusiasmi, ma quando uno spacca, spacca. E Rebi Rivale spacca. Cazzo, se spacca.
Le sue canzoni mi piacciono talmente tanto che perfino io, che di solito analizzo sempre tutto, faccio fatica a capire perché. Di sicuro la sua voce gioca un ruolo fondamentale nella comunicatività viscerale che possiedono le sue composizioni, di sicuro il peso e la profondità dei temi che tratta anche. Sa scrivere i testi, sa abbinare le note giuste alle parole. Ma se fosse solo questo, così ne conosco almeno altri venti, di "emergenti". Rebi Rivale ha qualcosa che non so cos'è, ma che la rende un'artista che spacca di brutto.

rebi

Sabato 2 novembre 2013 a Parma abbiamo avuto la fortuna di ascoltarla dal vivo. Ma come è arrivata Rebi Rivale a Parma? Presto detto: un paio di mesi la mia amica Giovanna Dazzi ha scritto a me e Ugo Cattabiani, chidendoci se, con la Rigoletto Records (associazione di cui lei è vicepresidente), potevamo organizzare una data per una sua amica friulana, bravissima, per cui lei e suo marito Christian Pascelupo avevano arrangiato un brano. "Si chiama Rebi Rivale", diceva rapidamente nella mail... ma la fama di Rebi, e la sua bravura, l'avevano già preceduta. A luglio l'avevo quasi per caso sentita cantare dal vivo e ne ero rimasto abbagliato.
Ugo ha trovato immediatamente ospitalità presso La Giovane Italia, storico locale dell'Oltretorrente di Parma, polo culturale e sacca di resistenza all'interno di una città che non lascia molto spazio alla musica dal vivo ("Parma è un buco nero, è uno di quei posti dove sai che non ci suoni mai", mi diceva proprio ieri pomeriggio Massimo Zamboni, che suona parecchio e dappertutto). Ma se a Parma si suona poco c'è un motivo secondo me, ed è che la musica promossa a Parma è sempre stata storicamente la lirica. Mica perché i parmigiani hanno il cuore di sasso e odiano la musica. Anzi, sabato sera hanno proprio dato prova del contrario: il pubblico ha partecipato numeroso al concerto di Rebi, che è un'autrice dalla composizione non immediata, con contenuti corposi. E ha ascoltato le sue parole in assoluto silenzio, rapito dalla sua voce e dall'atmosfera creata dal suo trio (Rebi voce e chitarra, Ornella Tusini alla chitarra classica, Davide Sciacchitano al contrabbasso). Silenzio che, da tradizione, veniva rotto soltanto dagli applausi. Abbondanti, lunghissimi, sentitissimi. E questo mi dimostra, per l'ennesima volta, che dare spazio alla musica di qualità ripaga.

rebi rivale trio

Spero che Rebi e i suoi musicisti siano stati felici della serata almeno la metà di quanto lo siamo stati noi di Rigoletto Records. A chi mi legge e sabato non c'era, ricordo che Rebi Rivale è uscita a luglio con un cd dal titolo Emergenze. Lo sto ascoltando mentre scrivo, e vi consiglio di procurarvelo, perché Rebi Rivale è troppo in gamba per non sostenerla. Si trova in vendita anche online. Fateci un pensiero.

giovedì 31 ottobre 2013

Uomini e bestie in free download! Felice Halloween!

Clicca sull'immagine per scaricare
Uomini e bestie
Una sinfonia dell'orrore




Il link cesserà di essere attivo alla mezzanote tra il 31 ottobre e il primo novembre 2013.

mercoledì 30 ottobre 2013

Rebi Rivale a Parma questo sabato

Ho già parlato di lei su questo blog: Rebi Rivale è l'artista che più di tutti mi ha colpito quest'estate, quando al CPM ho assistito alla finale de L'artista che non c'era. I suoi punti di forza sono un'ottima scrittura e una presenza vocale e scenica di carisma assoluto. Questa artista è stata premiata in moltissimi concorsi per emergenti, e da luglio sta girando l'Italia per presentare il suo nuovo album Emergenze. Al centro del suo lavoro ci sono tematiche calde, come i diritti negati alle donne, la battaglia contro l'omofobia. Mica balle: canzone d'autore legata alla stretta attualità, che prende una parte ben precisa senza timori o scelte di comodo.
Quando ho sentito cantare Rebi non sapevo che avessimo un'amica in comune: Giovanna Dazzi, cantautrice parmigiana e vicepresidente della nostra Rigoletto Records. Giovanna ha pure arrangiato un brano per Rebi, proprio nel cd Emergenze. Grazie a Giovanna, al nostro presidente Ugo Cattabiani e all'accoglienza del locale La Giovane Italia, abbiamo potuto portare Rebi nella nostra città: infatti questo sabato 2 novembre alle 21.30 l'artista friulana, che sabato è stata insignita del Premio della Critica al concorso Bianca D'Aponte, si esibirà in trio con Ornella Tusini alla chitarra e Davide Sciacchitano al contrabbasso. Faccio sempre tanti chilometri per vedere dei bei concerti: una volta tanto è la buona musica a venire a casa mia!

Rebi Rivale trio

lunedì 28 ottobre 2013

Alloisio e Lolli a Ferrara: cronaca della serata

Era da alcune settimane che aspettavo la serata del 26 ottobre. Appena vista la segnalazione della rassegna della storica e nuova canzone d'autore, avevo comprato i biglietti online. Non potevo infatti perdermi l'evento del sabato: Gian Piero Alloisio e Claudio Lolli in concerto. Mi sembrava incredibile un'iniziativa simile, incredibile l'occasione di vedere dal vivo due giganti della canzone come loro.
La serata è stata aperta da Angelo Delfino e la sua band. Terminata tra gli applausi la sua esibizione, è salito sul palco Gian Piero Alloisio, accompagnato da Gianni Martini, già chitarrista di Gaber, e ancor prima membro dell'Assemblea Musicale Teatrale, il primo gruppo fondato da Alloisio. Il presentatore Gian Luigi Ago lo ha insignito del Premio Amilcare Rambaldi per la canzone d'autore, dopodiché Alloisio ha iniziato il suo concerto. Ed è stata magia subito.

Gian Piero Alloisio Gianni Martini Ferrara sala estense 26 ottobre 2013


Alloisio e Martini hanno intrattenuto il pubblico con molti brani, tratti dal repertorio più e meno recente del cantautore genovese. Alloisio sul palco è una forza della natura. La sua esperienza di teatrante viene tutta a galla, sa far ridere e sa commuovere. Ha il pubblico in pugno, ma lo stringe con garbo e rispetto e, soprattutto, con grande intelligenza. La stessa con cui sa scrivere le sue canzoni. Aspettavo da anni di vedere una sua performance dal vivo. A volte le troppe aspettative rischiano di lasciare delusi: per me non è stato così. Gian Piero Alloisio è un grande artista, che sa emozionare profondamente il suo pubblico senza banalizzare la sua scrittura. Il cantautore ha chiuso la sua esibizione con il brano Marylin, dal disco omonimo del 1977. Un applauso enorme ha salutato un musicista profondo ed efficace come pochi altri.



A salire sul palco dopo di lui è stato Claudio Lolli. Purtroppo questo grande artista versa oggi in cattive condizioni di salute. E si è visto subito. Ad accompagnarlo sul palco è stato l'amico chitarrista Paolo Capodacqua. Reggendosi a fatica, Lolli ha salutato il suo pubblico con queste parole: "Quando il fisico ci lascia, speriamo almeno di poter lasciare un'emozione". E ha attaccato con la sua In viaggio.

claudio lolli e paolo capodacqua


E da un'uscita di galleria,
Col cuore in gola, ti trovi in faccia il sole
Che ti fruga i pensieri:
Ti legge dentro la nostalgia,
Del buio fresco in cui fino a ieri
Gettavi via i tuoi giorni d'eternità.
Ma la voglia di vivere,
Forse ti salverà,
All'uscita di una galleria.


Dopo aver terminato faticosamente il brano, Claudio si è voltato verso l'amico Capodacqua, e ha mormorato "Non ce la faccio". Paolo lo ha soccorso, e lo ha accompagnato dietro le quinte, scusandosi con il pubblico - che ha accompagnato l'uscita di scena dell'artista con un applauso sentito, affettuoso, spaventato. Qualche minuto di tensione, grande preoccupazione in platea. Poi da dietro le quinte è uscito Gian Luigi Ago, per informare la sala che purtroppo Claudio aveva avuto un malore, e non era in condizioni di portare a termine il concerto. Al suo posto avrebbe suonato per un'altra mezz'ora Gian Piero Alloisio. L'Associazione Aspettando Godot avrebbe rimborsato il biglietto a chiunque ne avesse fatto richiesta. Sono felice di poter dire che nemmeno una persona in platea si è sognata di farlo.
Alloisio e Martini sono tornati sul palco con discrezione, con rispetto. Hanno proposto alcuni pezzi divertenti, per stamperare la tensione. E Alloisio ha chiuso l'esibizione con un augurio: "che l'energia positiva sprigionata da questo pubblico possa rinvigorire uno dei più grandi poeti che ho conosciuto". E ovviamente ci uniamo tutti quanti a questo augurio sincero e toccante.

Ringrazio ancora l'Associazione Aspettando Godot per la grande possibilità che offre, organizzando questa rassegna che valorizza la canzone d'autore più autentica. Non vedo l'ora di poter assistere a una nuova iniziativa, sperando in una risonanza e in un afflusso di pubblico sempre maggiore: lo meritano gli organizzatori, e lo meritano gli artisti che scelgono.

lunedì 21 ottobre 2013

Speciale Halloween: Uomini e Bestie in free download per 24 ore

speciale halloween uomini e bestie in free download per 24 ore

Nel 2011 usciva il mio cd Uomini e bestie - una sinfonia dell'orrore, disco ispirato al genere horror, con un sottotitolo rubato a Murnau. Nel disco canto una serie di brani dedicati ai classici personaggi dell'orrore: l'uomo lupo, Frankenstein, La Strega...
Avrei sempre voluto presentarlo per Halloween. Non ne ho mai avuto l'occasione, e così ho deciso di organizzare io stesso un evento di Halloween che abbia per protagonista Uomini e bestie.



E così ho deciso che, prima della notte delle streghe, il mio cd sarà disponibile in free download per 24 ore. Ho creato un evento facebook sulla cui bacheca, alla mezzanotte fra il 30 e il 31 ottobre, segnalerò il link da cui effettuare il download. Il link rimarrà valido per 24 ore, fino alla mezzanotte successiva. Se non avete facebook, non preoccupatevi: pubblicherò l'indirizzo anche qui sul blog, sul mio sito ufficiale e sul sito di Testuggini.
Come raccomando su facebook: scaricate, ma, soprattutto, ascoltate! Felice Halloween a tutti!

sabato 19 ottobre 2013

Max Manfredi a Milano con Dremong: un fuoriclasse in azione

Abbiamo già parlato di Max Manfredi su questo blog. Anzi, ha parlato lui in persona, di se stesso e di mille altri argomenti, in questa bella intervista che mi ha concesso a giugno di quest'anno. Ieri sera ha suonato qui, a Milano. L'auditorium di Radio Popolare ha ospitato Max e il suo Quintetto Dremong, il gruppo di musicisti con cui sta lavorando al nuovo disco - che s'intitolerà appunto Dremong, dal nome dell'orso tibetano scelto come animale-totem del progetto. Il concerto è stato trasmesso in diretta in radio; ma naturalmente io non mi sono accontentato di ascoltarmelo da casa, e con Alice sono andato all'auditorium, per vedere e salutare Max dal vivo.

chitarra papier mache zontini
La chitarra in legno e cartapesta
costruita dal liutaio Zontini
aspetta Max sul palco


Chi ha sentito Max solo nei suoi dischi sa già quanto sia bravo a far canzoni; ma non sa quanto sia bravo a far spettacolo. Max Manfredi sa tenere il palco come pochi altri, scherza col pubblico, sorprende con giochi di parole e smorfie buffe. È un grande intrattenitore, possiede il mestiere e il piglio istrionico del protagonista. E il gruppo che lo accompagna è altrettanto pregevole: oltre ai fedeli chitarristi Matteo Nahum e Fabrizio Ugas, la nuova formazione vede sul palco con Max Elisa Montaldo, tastierista e polistrumentista, e Daniele Pinceti al basso. L'intesa tra i musicisti è perfetta. Senza lasciare troppo tempo alle chiacchiere, il gruppo ha intrattenuto l'uditorio con un repertorio di pezzi classici di Max Manfredi. Nel secondo tempo del concerto, invece, il repertorio ha virato verso i pezzi nuovi, che finiranno nel prossimo disco. E le canzoni di Max non deludono mai: un fuoriclasse come lui ha sempre qualcosa da dire e sa sempre come farlo. Tra tutte le nuove composizioni, spiccano Il negro, inteso non nel senso razzista del termine ma nel senso di ghost writer, delicata canzone d'amore salmodiata su versi liberi, e anni 70, ballata notturna carica della forza lirica di cui Max Manfredi è capace.

max manfredi elisa montaldo daniele pinceti

Dremong è un disco che ancora non esiste. Parte del lavoro in studio è stata svolta, ma per terminare il progetto Max ha chiesto il nostro aiuto. Seguendo quella che è una sana tendenza del momento, Max ha messo in piedi un progetto di crowdfunding su musicraiser. I suoi fan, ammiratori, estimatori, possono contribuire alla realizzazione del disco preacquistandolo. Un rapporto diretto con la propria committenza, come sottolinea Max. Un'occasione reale per mettersi alla prova davanti al proprio pubblico, e per mettere alla prova il pubblico stesso.
Io ho già fatto la mia parte, aderendo al progetto e versando una quota. Un artista, un intellettuale del calibro di Max Manfredi va supportato. Fa parte di una specie in via d'estinzione, come l'orso Dremong. Teniamocelo stretto, e manteniamo viva la sua musica.

ugas manfredi montaldo pinceti

mercoledì 16 ottobre 2013

Elias Nardi a Milano: cronaca di un concerto magico

Grigia, enorme, spaventosa, alienante: Milano mi appare così. Da buon provinciale fatico a interfacciarmi con questa metropoli. E di questa città mi sembrano veri quelli che sono i luoghi comuni di sempre: tutti corrono anche per andare al bar, nessuno parla con nessuno, se fai due metri al di fuori dei tuoi soliti percorsi ti perdi, eccetera... eppure Milano a volte mi sa stupire. E domenica scorsa l'ha fatto.
Avevo ormai da qualche giorno prenotato i biglietti per un concerto molto interessante: dopo tanto tempo, tanti contatti e tanti ascolti reciproci avvenuti sempre a distanza, Elias Nardi ha suonato a Milano! E finalmente ho avuto l'occasione di conoscerlo di persona.
Ma andiamo con ordine: Elias avrebbe suonato al teatro La scala della vita. Io non lo conoscevo, la mia ragazza neppure. Il solerte aiuto di Google Maps ci ha comunque concesso di raggiungere l'indirizzo del Teatro, via Piolti de' Bianchi. Ma con nostra grande sorpresa, al posto del teatro che cercavamo abbiamo trovato... un ospedale! Lì per lì abbiamo pensato di aver sbagliato, poi lungo il perimetro della struttura abbiamo scorto un'insegna recante il nome del teatro. Entrati nel giardino dell'ospedale, una gentile signora di guardia al cancello ci ha indirizzati verso il Teatro. Siamo scesi in un sottoscala della struttura ospedaliera, e ci si è schiusa una piccola meraviglia.

teatro scala della vita milano

Abbiamo così scoperto che il teatro La scala della vita nasce in quello che era lo spazio teatrale dell'orfanotrofio presente nell'ospedale. Un piccolo teatro, nato per i bambini, per alleviare i lunghi pomeriggi trascorsi nella struttura di accoglienza. L'orfanotrofio oggi non c'è più; ma dopo un recente restauro il teatro è stato in qualche modo restituito ai bambini e alla città. E la domenica sera ospita una rassegna musicale di concerti d'arpa, curata da Clara Rocco, dell'associazione Musica d'arpa. Il concerto di Elias Nardi è stato una piccola "scappatella" con un altro strumento, affascinante quanto l'arpa; ma per rimanere "nel seminato", a Elias è stato affiancato un ospite: Patrizia Borromeo, bravissima esecutrice di arpa celtica, che ha emozionato il pubblico con le sue esecuzione per arpa sola. E ha stupito tutti cantando un brano qebuecois per arpa e voce, J'ai fait une maitresse, canto dal sapore antico che sa toccare corde profonde, com'è prerogativa della musica popolare.
Dopo Patrizia sono saliti sul palco Elias Nardi ed Emanuele Le Pera, con la loro formazione che prende il nome di Nadir Duo. Elias, come sappiamo, suona l'oud; Emanuele lo accompagna alle percussioni. Nelle sue mani oggetti d'ogni tipo diventano formidabili fonti di suono, creando uno scenario uditivo ipnotico, sul quale l'oud di Elias Nardi svolge le proprie melodie.

Elias Nardi, Emanuele le pera, Patrizia Borromeo al Teatro La Scala Della Vita

I musicisti insieme sul palco
si preparano per
un'improvvisazione finale

Chiunque conosca l'opera di Elias Nardi può immaginare a cosa si vada incontro in un suo concerto. Il genere che suona è impegnativo, perché la musica mediorientale poggia le sue basi in un sistema molto diverso da quello europeo, soprattutto dal punto di vista ritmico e armonico. Eppure, intervallando i brani con qualche spiegazione, il duo è stato in grado di rendere partecipe il pubblico e di trasmettere un entusiasmo reale, e sensazioni forti. Insomma, esser bravi è un conto, saper emozionare un altro paio di maniche: e il duo Nadir può vantare entrambe le doti.
Alla fine del concerto, Patrizia Borromeo si è unita al duo per un'improvvisazione finale. Oud e arpa celtica sono due strumenti talmente diversi che difficilmente riescono ad essere compatibili, per loro stessa natura. Ma con attenzione e discrezione, Elias e Patrizia hanno saputo intrecciarsi, incrociarsi, compenetrarsi, mentre le mani di Emanuele disegnavano lo spazio attorno a loro. Un momento decisamente toccante, che il pubblico ha ripagato con applausi calorosi.
Il concerto è stata anche l'occasione per conoscere Elias Nardi, che di persona si è dimostrato gradevole quanto nella realtà virtuale. Un artista e un professionista che con umiltà e simpatia sa conquistare il pubblico anche una volta sceso dal palco. E non è davvero da tutti.

martedì 15 ottobre 2013

Gian Piero Alloisio e Claudio Lolli: i maestri (mai) dimenticati

Ci sono grandi maestri che, per motivi molto diversi, non hanno avuto quel successo che ha arriso ai grandi cantautori. Artisti che hanno visto fiorire il loro successo negli anni '70, e poi spegnersi subito. L'artista simbolo di questa categoria è Claudio Lolli: autore più che meritevole, che come pochi altri ha saputo mettere in musica quello che era il complesso intreccio di vita interiore e vita politica che sbocciava nel petto dei ragazzi degli anni '70. Vera e propria voce di una generazione, Claudio Lolli sparì dalle scene nel silenzio, dimenticato un po' da tutti. Compresi i luoghi istituzionali della Canzone d'Autore Italiana.


Una canzone che racconta di un momento che non ho vissuto,
eppure mi stringe il petto in un fremito di nostalgia


Ma Lolli è ancora vivo e attivo: il 26 ottobre avrò la fortuna di sentirlo cantare. Si esibirà a Ferrara, al Teatro Estense. E non sarà solo: a condividere la serata con lui sarà uno dei miei cantautori di riferimento, quello che meglio di tutti ha saputo fare della canzone politica un atto artistico di altissima qualità: Gian Piero Alloisio, genovese, classe 1956.

Gian Piero Alloisio

Negli anni '70 Alloisio fondò l'Assemblea Musicale Teatrale, collettivo di attori e musicisti, con cui produsse numerosi spettacoli e quattro dischi (l'ultimo, separato dai primi da una distanza di vent'anni, è uscito nel 2002). Alloisio è l'autore della famosa Venezia che Francesco Guccini incise in Metropolis; ma anche di tanti, tanti altri brani. Vi propongo quello che per me è uno dei migliori (purtroppo l'audio non è il top, credo che i dischi dell'assemblea non siano mai stati ristampati su CD, e i loro brani che girano su internet sono tutti recuperati da vinili o musicassette). Carlo Marx prende un personaggio-icona e lo trasporta in uno scenario ucronico, facendone un correlativo oggettivo dello sfaldarsi delle utopie che il marxismo stesso aveva aperto. Un pezzo che mi dà la pelle d'oca da quando l'ho scoperto, ormai più di dieci anni fa.



Pur assente dalla scena mediatica nazionale, Alloisio ha avuto una grande carriera di autore musicale e teatrale. Il suo ultimo cd, Ogni vita è grande, è uscito nel 2012, ed è un'opera molto ispirata, e di grande delicatezza.
Lolli e Alloisio sullo stesso palco. Ascoltare questi due giganti assieme è un'occasione eccezionale, una possibilità che esiste grazie a un'associazione: l'Associazione Aspettando Godot, che con tanta passione e pochi mezzi organizza ormai da due anni una Storica Rassegna della Canzone d'Autore. Un consiglio: visitate il sito dell'associazione, rendetevi conto di quale patrimonio artistico stanno cercando di preservare. E, se non siete troppo lontani, prenotate i vostri posti e partecipate a questa rassegna. Gli sforzi da sostenere sono tanti, le energie spese ancora di più. Ma vedere un pubblico attento, che ama la canzone e la vuole mantenere in vita, sono certo che ripagherà pienamente gli organizzatori. Io, personalmente, non posso che ringraziarli. E non vedo l'ora di essere a Ferrara per ascoltare questi due grandi artisti.

lunedì 14 ottobre 2013

L'amore per la terra in una giornata verdiana

La cultura orale affiora dappertutto. Dalla letteratura alla musica, quelle che sono le leggende, i canti, i motivi della tradizione non scritta trovano il loro sbocco anche nella cultura cosiddetta "alta". Ecco che allora il Museo Nazionale Giuseppe Verdi di Busseto (PR) ha ben pensato di dedicare un sabato alla scoperta dell'anima rurale di Giuseppe Verdi, compositore e agricoltore. E ha chiesto a me, tramite la Rigoletto Records, di curare un momento musicale della giornata, dedicata proprio alla scoperta di quest'anima contadina del Maestro.



museo nazionale giuseppe verdi

Ho fatto una selezione di canti popolari di tradizione contadina, partendo da Maremma, passando per il Lamento del contadino, fino ad arrivare a La Guerriera, che tra l'altro contiene un motivo sfruttato anche da Verdi (o meglio, da Piave) nel Rigoletto, quello della donna vestita da uomo. E poi dal canto popolare mi sono mosso verso la canzone d'autore, proponendo le Confessioni di un malandrino di Angelo Branduardi. Questo pezzo, nel raccontare di un uomo di origini contadine che arriva a camminare "col cilindro in testa" ma rimpiange la sua infanzia povera, mi sembrava particolarmente adatto alla circostanza. Sarà per il cilindro...

giuseppe verdi
"E col cilindro in testa egli cammina."
(Branduardi, Confessioni di un malandrino)

Non è mancato un momento squisitamente gastronomico: al piano terra, alla fine della visita, uno stand allestito dall'azienda Brugnoli di Bardi (PR) offriva una piccola degustazione del suo Parmigiano Reggiano biologico. Un altro piccolo grande esempio di attaccamento alla terra, di come con inventiva e capacità sia possibile rimanere ancorati al territorio, affinché non muoia.
La vitalità di Rigoletto Records sta anche in questo suo attaccamento al territorio, e nella sua voglia di mettersi in gioco nelle situazioni più disparate. Sono sempre più soddisfatto di essere un membro attivo di questa realtà in crescita!

domenica 13 ottobre 2013

A tu per tu con Giorgio Maimone

Venerdì alle 18.30 è iniziata la nuova stagione di ascolti firmati Rigoletto Records. Il primo ospite è stato un personaggio di cui ho già parlato su questo blog (qui). Un personaggio molto caro non solo a me, ma a tutti i musicisti soci della Rigoletto: Giorgio Maimone, giornalista e critico musicale, fondatore del portale La Brigata Lolli. Ho avuto l'onore di inaugurare questa rassegna, nella doppia veste di "commentatore musicale" e di intervistatore.

giorgio maimone a parma in biblioteca civica

Giorgio è venuto a Parma per presentare il suo ultimo romanzo, scritto a quattro mani con Erica Arosio, dal titolo Vertigine, di cui ho già parlato nello stesso post di prima. Giorgio ha saputo accompagnare gli spettatori parmigiani in un viaggio lungo una Milano che non c'è più, che vista attraverso gli occhi dei suoi personaggi ha acquistato un fascino ancora più forte.

rigoletto records incontra vertigine

Ma Rigoletto Records si occupa soprattutto di musica, e il nostro discorso con Giorgio si è spostato anche in quella direzione. Quest'estate Giorgio Maimone ha pubblicato un editoriale sul sito di Bielle, dal titolo provocatorio La musica è finita. Una presa di coscienza, quasi improvvisa, derivante da un fatto semplice: dei tanti dischi che Giorgio Maimone ascolta ogni anno per mestiere, nessuno è bello. Questo cosa significa? Secondo Giorgio è in atto una serie di fenomeni per cui gli artisti perdono la coscienza di ciò che fanno, la capacità di comunicare, la voglia di raccontare storie, o di raccontare se stessi emozionando. Forse è la fine di un genere musicale, che come ogni altro ha vissuto la sua stagione. Di certo mancano i giganti, e quelli che restano subiscon le ingiurie degli anni. Ma intervistato, Giorgio si è scoperto, rivelando che spera che il dato che sottolinea sia un pungolo per gli artisti stessi, che si diano da fare a produrre cose più interessanti... o quantomeno a tenere nascoste tutte quelle che non lo sono!

Quello con Giorgio Maimone è stato un incontro ricco di spunti e di finestre aperte su vecchi e nuovi mondi che la canzone ha esplorato e può esplorare. Nella speranza che questo genere, per il quale come Giorgio noi nutriamo un amore profondo, possa conoscere una nuova stagione d'oro.
La Rigoletto Records al gran completo ringrazia Giorgio Maimone per avere accettato l'invito. Un invito che sarà rinnovato sicuramente, e che speriamo che Parma saprà onorare con partecipazione.

giovedì 10 ottobre 2013

Tanti auguri Verdi! Testuggini a Busseto.

Due post in un giorno, so che non si fa. Circostanze eccezionali... ma oggi è anche il compleanno di Verdi, e questa iniziativa è proprio dedicata a lui, dunque... riporto il comunicato che ho inoltrato oggi.

L'anima popolare di Verdi
Un viaggio nelle radici contadine del canto

Sabato 12 ottobre alle 15 presso il Museo Nazionale Giuseppe Verdi di Busseto (PR) si terrà la manifestazione Sapori verdiani. Gli aromi e suoni delle terre del Maestro saranno i protagonisti di questa visita guidata al museo, che terminerà con una degustazione di parmigiano reggiano biologico seguita da un piccolo spettacolo, dal titolo Humus popolare nella musica verdiana. Sarà un piccolo viaggio che parte dalla tradizione musicale contadina per approdare alla canzone "d'autore", alla ricerca dell'anima rurale dell'uomo Giuseppe Verdi. Per informazioni e prenotazioni: 0524 93 10 02, oppure info@museogiuseppeverdi.it.
Lo spettacolo è frutto della collaborazione tra il Museo Verdi e l'associazione culturale parmigiana Rigoletto Records, e vedrà sul palco il cantautore Rocco Rosignoli, voce e chitarra classica.

Rocco Rosignoli è un cantautore e polistrumentista parmigiano di stanza a Milano. Suona la chitarra, il mandolino, il bouzouki greco, il basso e la concertina. È stato violinista dei Mè, Pèk & Barba e chitarrista de Il canzoniere delle stagioni. Ha inciso per Riccardo Joshua Moretti, Guido Maria Grillo, Ugo Cattabiani, Francesco Pelosi. Collabora dal vivo con Lee Colbert, voce della Moni Ovadia Stage Orkestra. Nel giugno 2013 ha dato alle stampe il cd Testuggini.

sapori verdiani locandina

Testuggini e Vertigini

La nuova stagione di Ascolti l'autore sta per partire! Riporto il comunicato stampa inoltrato oggi pomeriggio.

Rigoletto records incontra Vertigine
L'Associazione Culturale parmigiana avvia la sua stagione autunnale con un incontro letterario

Venerdì 11 ottobre alle 18.30 prenderà il via la manifestazione "Il crocevia della canzone". Il ciclo di incontri è stato organizzato da Rigoletto Records con il patrocinio del Comune di Parma e la collaborazione di Istituzione Biblioteche. Il primo incontro, che avrà luogo presso l'Oratorio Novo della Biblioteca Civica di Parma, sarà di carattere letterario. Verrà presentato il romanzo Vertigine, scritto a quattro mani da due autori. Il primo autore è Erica Arosio, giornalista e scrittrice, reduce dal successo de L'uomo sbagliato (2012). L'altro, Giorgio Maimone, è critico musicale e fondatore del sito La Brigata Lolli, punto di riferimento essenziale per la canzone d'autore in Italia. Il romanzo, la cui vera protagonista è la città di Milano, è un gustoso noir ambientato nel 1958. La sua colonna sonora è la musica di quel periodo, che offrirà anche l'occasione per parlare di canzone.
A condurre l'incontro sarà il cantautore Rocco Rosignoli, parmigiano trapiantato a Milano, che alternerà l'intervista agli autori con alcuni momenti musicali.

Rigoletto Records è un'associazione culturale parmigiana, volta alla valorizzazione e alla divulgazione della musica detta "d'autore". I suoi artisti, indipendenti riuniti sotto l'egida Rigoletto, sono cantautori e musicisti uniti dall'idea che la canzone sia più che semplice intrattenimento.



vertigine cover

domenica 29 settembre 2013

Le recensioni gusciose: il tragico Luttazzi

Anni fa bazzicavo Milano di rado. Alice viveva qui e io a Parma, e salivo una volta ogni due settimane, più o meno. Una volta venni per la festa di Sant'Ambrogio e lei mi portò al mercatino che si tiene nella basilica dedicata al santo. A parte lo splendore del complesso, avemmo l'occasione di goderci un'esposizione di memorabilia provenienti dal recente passato. E tra questi oggetti degni di nota, mi saltò subito all'occhio un disco pubblicato a nome di Luttazzi. Pensai a un caso di omonimia: ma il retro del cd parlava chiaro, l'autore era proprio il famoso comico Daniele Luttazzi. Non potei fare a meno di comprarlo.

daniele luttazzi money for dope

Salta fuori che Luttazzi ai tempi dell'università (fine anni '70) aveva un gruppo new wave. Nulla di strano fin qui. Alla base del disco stanno proprio alcune canzoni che il comico ha scritto negli anni '70, a cui se ne sono aggiunte molte altre nel corso dei venticinque anni seguenti (il disco è datato 2005). Il corpus di brani ha formato il materiale per il disco, che prende la forma di un concept album (anche se l'autore lo definisce un musical elegiaco).

Sorpresa: nel disco non c'è niente da ridere.

L'album è ispirato alla vicenda di un'amica di Luttazzi, caduta vittima dell'eroina alla fine degli anni '70. Forse per questo l'album non ha avuto grande risonanza: il pubblico spesso pecca di pigrizia, e il comico gli piace quando fa il comico. Se mostra l'altra faccia di sé, il pubblico è poco invogliato a scoprirla. Nel 2005 Luttazzi era certo lontano dagli schermi TV, ma non dai palcoscenici né dalle pagine dei giornali, dove era protagonista. Ma questo disco passò inosservato, anche in rete se ne trovano poche tracce. Eppure non è affatto male.
La scrittura è raffinata, l'interpretazione di Luttazzi ottima, i musicisti fanno un gran bel lavoro. C'è una pecca, gli arrangiamenti. Che non è che siano brutti, né dilettantistici. Ma sembrano non decollare mai e lasciare tutti i brani in una stessa atmosfera, sospesa tra Broadway, una Londra annacquata e la riviera romagnola. Molto standard in ambito musical, e forse proprio per questo poco efficaci. Inoltre, Luttazzi sceglie (o meglio, scelse già dal '79, anno a cui risale la prima composizione) di scrivere e cantare i suoi testi in inglese. Non è un problema in sé, visto che i risultati sono buoni. Ma se già la gravità dell'argomento allontanava il pubblico del comico da quello del musicista, la scelta dell'inglese da parte di un personaggio che sulla parlantina ha costruito la propria fortuna si rivela (a livello di riconoscibilità) perdente.

daniele luttazzi
Dal sito www.ferrucciodallaglio.it

Ed è un peccato. I limiti di quest'opera nascondono, ma non intaccano, i suoi pregi. Luttazzi compone con molta fantasia, cerca soluzioni armoniche non banali. Canta con lo stile di un crooner ma un paio d'ottave sopra, producendo quell'effetto straniante che poi è anche la cifra della sua comicità. L'argomento pesante inibisce ma non sopisce del tutto l'ironia del comico, che viene a galla soprattutto in alcuni brani, come Vienna, Vienna.
Il pezzo più riuscito dell'album è sicuramente la canzone eponima, decima e ultima traccia: Money for dope abbandona gli arrangiamenti altisonanti e si limita a miscelare piano, chitarra elettrica e violoncello. Le parole e la voce di Luttazzi prendono il sopravvento in un'atmosfera rarefatta, su cui si innestano nel finale basso e batteria. Un brano che è sicuramente il tesoro del disco, premio finale di un percorso difficile, pieno degli ostacoli che abbiamo rilevato fin qui.

Credo che Daniele Luttazzi sia stato uno dei protagonisti più positivi di questi ultimi anni. Uno che interpreta il suo ruolo con coerenza, ma con quella coerenza che non sfocia nell'ottusità. La sua comicità intelligente e sopra le righe ne ha fatto un punto di riferimento per un'Italia alla deriva; ma che proprio perché alla deriva lo ha scambiato per un simbolo di libertà politica, mentre trovo che Luttazzi sia un interprete della libertà intellettuale, che comprende quella politica, ma anche molto di più. Tutto questo senza volerne fare un santo o un martire, sia chiaro: è un mestierante, un ottimo mestierante. E la sua capacità di spaziare dal teatro comico a una dimensione musicale tragica ne costituisce una dimostrazione ulteriore.

mercoledì 25 settembre 2013

Me, Pek & Barba per un giorno

Nel lontano 2007, in un forum per violinisti, trovai l'annuncio di un tale "Centopassi" che cercava un violinista folk nella zona di Parma. Avevo molta voglia di suonare il violino, e lo contattai subito. All'epoca lavoravo a Soragna, e il gruppo provava a Roccabianca: un tiro di schioppo. Andai a conoscere il gruppo, pensando che la collaborazione non sarebbe durata troppo, perché avevo in piedi i miei progetti e via dicendo. E invece rimasi con loro per tre anni, dal 2007 al 2010. Tre anni intensissimi, densi di prove, concerti, trasfertone.

rocco rosignoli live coi me pek e barba 2008
Una foto d'epoca (2008). Io sono il capellone col violino in mano.

La mia intenzione era quella di entrare nel gruppo senza troppo impegno. Sladinarmi nei live, suonare il violino in gruppo per migliorarmi, ma mantenere al centro del mio discorso musicale la mia produzione. Non fu così: i Me, Pek & Barba diventarono presto importanti quasi quanto le mie canzoni. Fui preso nel turbine della loro simpatia, della loro spontaneità. Mi sentii da subito uno di loro, parte attiva del progetto, e non musicista di fila. Ero entrato cercando qualcuno con cui suonare per un po', e invece avevo trovato degli amici. Degli amici che non mi hanno lasciato più. Tant'è che domenica scorsa, il 22 settembre, sono tornato sul palco con loro.
Non è la prima volta che succede: essendo amici, è capitato spesso che ricomparissi sul palco, con in braccio la chitarra, o il mandolino, o addirittura il violino (ormai non lo studio quasi più, quindi dal vivo lo suono poco volentieri). Ma quella di domenica era una data speciale. A marzo 2013, in occasione dei 10 anni della band, i ragazzi hanno tenuto un superconcertone di San Patrizio al Fuori Orario, locale storico nella bassa reggiana. Dieci anni fa, quando iniziarono la loro attività, suonare al Fuori Orario era il loro sogno. L'evento era dunque assolutamente speciale, e come tale andava immortalato: ecco che quindi la band ha deciso di trarre dalla serata un cd+dvd live, dall'azzeccatissimo titolo Un sogno folk.

me pek e barba un sogno folk cover

La generosità di questi amici è eccezionale, tanto che, nel giorno in cui presentavano questo loro prodotto così importante, mi hanno voluto sul palco. All'apertura dei cancelli dell'Arena del Sole di Roccabianca (PR), il paese dei Me, Pek e Barba, il pubblico (numerosissimo) venuto ad ascoltarli ha trovato sul palco il sottoscritto, da solo con la sua chitarra e le sue canzoni, che presentava il suo Testuggini. Dopo un minishow di circa mezz'ora, mi sono rintanato dietro le quinte. Sandro Pezzarossa e Davide Tonna, rispettivamente voce e banjo/bouzouki del gruppo, sono stati intervistati da Francesco Monaco, giornalista della Gazzetta di Parma. Sul palco con loro è salito anche Gigi Cavalli Cocchi, batterista che non ha bisogno di presentazioni, e che dal 2011 segue i Me, Pek & Barba in qualità di direttore artistico. Con la sua supervisione il gruppo ha realizzato nel 2012 quello che io trovo il loro disco più bello e riuscito, La scatola magica, una sorta di concept album che ruota attorno al tema del mistero.
All'intervista ha fatto seguito la proiezione di un docufilm, contenuto anche nel dvd. Io purtroppo non l'ho visto, perché durante la proiezione ero dietro le quinte con tutti gli altri, come testimonia questa foto di Stefano Montagna.

me pek e barba con rocco rosignoli e franco giordani
Dietro le quinte...

Alla fine del filmato è iniziato il concerto vero e proprio. Io ho raggiunto i ragazzi sul palco a due terzi dello spettacolo, per suonare i vecchi pezzi che eseguivamo assieme alcuni anni fa. Sul palco, come ospite esterno, era presenta anche Franco Giordani, mandolinista del cantautore friulano Luigi Maieron, vecchio amico di tutta la band (tanto che, un paio d'anni fa, ha chiamato me in Friuli per un concerto). Ho suonato un primo pezzo con i Me, Pek & Barba, dopodiché (colpo di scena!) è entrata in teatro l'Associazione Bandistica Giuseppe Verdi di Busseto. Diretta dal M° Alessandra Tamborlani, la banda ha accompagnato il gruppo per gli ultimi cinque pezzi del concerto, nell'entusiasmo generale del pubblico!

banda di busseto e me pek e barba

Una grande domenica fatta di musica, applausi, di amici veri. Questa è stata la domenica che ho trascorso a Roccabianca, ed è stata grande l'emozione di tornare un Me, Pek & Barba per un giorno!

me pek e barba 22 settembre 2013 foto di gruppo

lunedì 23 settembre 2013

Vertigine: Milano che visse due volte

Giovedì 19 settembre sono stato in un posto bizzarro, qui a Milano. Io e Alice abbiamo preso la nostra macchinona (nient'altro che una multipla a metano del 2001) e l'abbiamo parcheggiata nei pressi dell'Admiral Hotel, albergo a quattro stelle dalle parti di Corso Sempione. I fan più irriducibili di James Bond ricorderanno questo nome: l'Admiral Hotel è la sede del primo fan club italiano dedicato a 007, e ospita un museo incentrato sul personaggio!

admiral hotel
Foto tratta da www.admiralhotel.it

In questo hotel la redazione della rivista online Orasenzombra organizza Admiral lab - book on stage, una serie di incontri di intrattenimento culturale dedicati alla presentazione di libri. E il libro presentato giovedì scorso è frutto del lavoro di due autori, dei quali uno è particolarmente caro a chi, come me, è appassionato di musica d'autore. Gli autori sono Erica Arosio, reduce dal successo editoriale di L'uomo sbagliato, e Giorgio Maimone, giornalista di chiara fama, critico musicale affermato, fondatore del sito Bielle - La Brigata Lolli, punto di riferimento imprescindibile per gli appassionati di canzone "d'autore" in Italia.

Ma a questo giro Giorgio Maimone presentava un romanzo, un noir. Scritto a quattro mani con la Arosio, il libro porta il titolo di Vertigine, quasi in omaggio al Vertigo di Alfred Hitchcock, meglio noto in Italia come La donna che visse due volte. Il romanzo, che naturalmente ruota attorno a un delitto, è ambientato nel 1958. Intreccia una grande quantità di personaggi complessi, ma la vera protagonista, come sottolineano gli autori nella premessa, è la città di Milano. Una Milano che sta per conoscere il boom economico, ma che è ancora in bilico tra la metropoli e l'agglomerato di paesi limitrofi. Una Milano dove ancora le case si riscaldano con le stufe a legna, e la nebbia è nera e densa come non sarà mai più.

giorgio maimone erica arosio vertigine

Gli autori, intervistati dalla frizzante Daniela Basilico e dal poliedrico Fabrizio Canciani, la mente dietro a Orasenzombra, hanno intrattenuto il pubblico per quasi due ore. Stefano Covri, cantautore e ottimo chitarrista, ha inframezzato la conversazione con alcune canzoni cariche di "milanesità": da Jannacci e Gaber, fino ai pezzi propri, scritti spesso a quattro mani con Canciani stesso.

orasenzombra vertigine admiral lab
Foto di gruppo: Stefano Covri, Danilo Mastantuoni, Fabrizio Canciani, Daniela Basilico, Erica Arosio, Giorgio Maimone (dalla pagina facebook di Orasenzombra)

Naturalmente non mi sono lasciato scappare l'occasione di comprare una copia di Vertigine. Ora mi immergerò nella lettura di questo bel tomo. Intanto, oltre ad aver conosciuto Giorgio di persona, rimane la soddisfazione di aver scoperto una realtà come Orasenzombra, che si cimenta nel tentativo non facile di fare intrattenimento di stampo culturale; e che, a giudicare dalla serata di giovedì, sembra proprio riuscirci!

domenica 15 settembre 2013

La coperta è gelata e l'estate è finita

Un'estate da testuggini sta finendo. Emozioni a non finire durante questi mesi caldi, che mi hanno portato un po' dappertutto. Dal busking milanese alle radio venete, dai boschetti appenninici alle feste di paese, questa lunga stagione musicale si è allargata ovunque, con me e i miei strumenti al seguito.
Oggi ero in Appennino. Il cielo era carico di pioggia, l'aria fredda, nell'aria odore d'autunno. L'autunno in montagna è splendido. Da un paio d'anni non sono riuscito a godermelo, farò di tutto per non perdermi quello che sta iniziando.

rocco rosignoli autunno

passaggio a livello
L'emblema della malinconia autunnale: essere fermi al passaggio a livello sotto la pioggia.



Quando la pioggia si ferma e le nubi basse si diradano, i colori degli alberi sui monti sono uno spettacolo che mi commuove fin da quando ero piccolo. Uno spettacolo che ho voglia di vedere.
Ogni estate che finisce mi lascia un po' di malinconia. Sarà che la mia storia è la storia di una famiglia di montagna, e che quando l'estate finiva la vita si faceva più dura; sarà che in settembre compio gli anni, e dunque ogni volta prendo il largo per l'autunno con un anno in più sulle spalle... quest'anno però ho avuto la fortuna di festeggiare nel migliore dei modi, suonando! Il 6 settembre infatti ho potuto tenere un concerto all'Osteria Oltrevino, un angolo magico della mia Parma. Siccome il mio compleanno è il 4, ne abbiamo approfittato per festeggiarlo in musica!



Al bouzouki all'Osteria Oltrevino



Questa è stata l'ultima data dell'estate, ed è stato un grande piacere trscorrerla con i padroni di casa Michel e Alice, e con tutti quelli che mi sono venuti a sentire. Ma ieri sera, a Gualtieri (RE), ho inaugurato la stagione autunnale con gli amici di Rigoletto Records! Siamo stati invitati da Francesco Italiano e Irina Petrescu, dell'associazione culturale Iris. Diego Baruffini, Alberto Padovani e io, con il prezioso contributo di Enrico Fava, abbiamo intrattenuto una piccola ma calorosissima platea per la serata, immersi tra le opere dei pittori in esposizione.

rigoletto records live a Incontri d'arte gualtieri
Rigoletto Records live a Incontri d'Arte, Gualtieri (RE)


Alla fine della nostra esibizione, due poeti hanno letto i loro componimenti: Amelia Stanescu, insegnante universitaria di Costanza, dalla voce delicata e dalla lettura intensa; e Mario Castro, cileno di nascita e rumeno d'adozione, carismatico e penetrante. Ho avuto l'onore di accompagnare entrambi alla chitarra, riprendendo il mio vecchio ruolo di "chitarrista da reading".


Folk nella bassa coi Me Pek & Barba

Gli impegni autunnali crescono. Per domenica prossima, ho già un invito a suonare. I miei amici Me, Pek & Barba, con cui ho suonato il violino e la chitarra per tre anni, festeggiano i loro dieci anni di attività. Per l'occasione hanno prodotto un cd+dvd, realizzato durante un concerto al Fuori Orario. Presenteranno questo prodotto domenica prossima, ore 17, all'Arena del Sole di Roccabianca. E siccome sono stato un Me, Pek & Barba anch'io, mi hanno invitato a presentare Testuggini in apertura. L'invito mi ha commosso a dismisura, e non vedo l'ora di rivedere i ragazzi! Se non avete Testuggini, può essere una buona occasione per procurarvelo. Oppure...

Testuggini in digital download su iTunes

Sono finalmente riuscito a mettere online Testuggini! Potete acquistare l'album o il singolo brano che vi interessa su iTunes. Se lo fate, fatemi un fischio, che vi ringrazio di persona!

E l'estate se ne va; e noi continuiamo a camminare "piano e sano" lungo la nostra strada. A presto, amici lettori, e buon autunno!

venerdì 13 settembre 2013

Muore Otto Sander, angelo per Wim Wenders

Ieri sera è venuto a mancare un grande attore: Otto Sander, tedesco, interprete de Il cielo sopra Berlino di Wenders, e del suo seguito Così lontano, così vicino. Generalmente ignoro notizie di questo tipo, non sono incline alla commozione collettiva, né alle celebrazioni del defunto del giorno, che suonano sempre un po' false. Appunto per questo stavolta mi sento di trasgredire alla mia regola.

otto sander cassiel

Il cielo sopra Berlino è stato un film importantissimo per me. Lo vidi in un periodo della mia vita in cui avevo uno sfrenato bisogno di studiare tutto ciò che trovavo interessante: per quel film fu così. Ingurgitai manuali di angelologia, stradari berlinesi, manuali di cinema; ripassai i testi di storia contemporanea, spesi ore e ore a guardare e riguardare il film, cercando di cogliere i non detti, i simbolismi, le citazioni. Ancora non studiavo l'ebraico, avrei iniziato poco dopo, capendo molto dei nomi angelici, e del debito cabalistico che aveva l'approccio alla figura degli angeli scelto da Wenders. Sviluppai un forte affetto per quella pellicola e per i suoi personaggi. Su tutti, il più capace di attirare la mia attenzione non era Damiel, l'angelo protagonista, che sceglie di diventare uomo; ma Cassiel, l'angelo del silenzio e della solitudine, figura immobile e dolorosa, simbolo di un'incomunicabilità sicuramente individuale, ma anche della Germania intera, una nazione divisa da una ferita profondissima incarnata in quel muro che gli angeli attraversano di continuo, ma da impotenti spettatori.
Questa condizione è ben rappresentata dalla sequenza che inizia ai 3'39" di questo video, che non posso incorporare per restrizioni di youtube. Incapace di salvare un suicida, l'angelo Cassiel si lancia dalla Vittoria Alata; il suo tuffo diventa un volo tra la disperazione di una città, per approdare fino agli orrori della storia stessa. Il volto di Otto Sander scandisce queste immagini con il suo sguardo tra l'attonito e l'imperturbabile. E ci regala un'emozione intensa; per me, una delle più intense che il cinema mi abbia trasmesso. E per l'intensità di quell'emozione sarò sempre grato a Cassiel, e a Otto Sander, che gli ha dato il suo volto.
Il mio rapporto col tempo è cattivo. Avverto che gli anni passano anche da questo: che i personaggi epocali che vengono a mancare stanno smettendo di essere quelli di riferimento della generazione dei miei genitori, e cominciano a essere i miei. Ma ricordiamo la canzone di Nick Cave scritta per Così lontano, così vicino:

Do not grieve at the passing of mortality,
for life's but a thing of a terrible gravity


trad: Non addolorarti per il passaggio della vita mortale,
perché la vita non è che una cosa di una gravità terribile.

Nick Cave, Faraway, so close





otto sander cassiel
Otto Sander, 1941-2013