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lunedì 22 luglio 2013

Le recensioni gusciose: Lucidarium, quando la musica antica non invecchia

Che io studi ebraico non è un mistero. Per quanto sia un ateo convinto, attraverso questa lingua ho subito una fascinazione estrema per tutta la cultura che permea l'ebraismo. Una fascinazione intellettuale e non religiosa, per quanto le due cose per il pensiero ebraico non siano così facili da separare. Tra il 2007 e il 2008 ho lavorato come guida al Museo Fausto Levi di Soragna, un posto che amo da impazzire. È stato il lavoro più bello che abbia mai svolto, a parte quello di musicista. E mentre lavoravo lì, mi imbattei in un cd interessantissimo: La Istoria de Purim, dell'Ensemble Lucidarium. Un cd di musica rinascimentale del 2005. Una documentazione, il più possibile fedele, dei canti rituali che accompagnavano la celebrazione popolare di Purim.


Purim è una festa speciale. Si dice che sia il carnevale ebraico, ma associare una festività ebraica a una cristiana non ha molto senso; diciamo che, come il carnevale, è una festa molto amata dai bambini. Ma ciò che celebra è completamente diverso: Purim commemora il salvataggio del popolo ebraico operato da Ester, moglie ebrea del re persiano Achashveròsh, generalmente chiamato Assuero nelle traduzioni. Il consigliere Ammàn voleva lo sterminio degli ebrei ma, grazie all'intervento di Ester, il popolo fu salvato e il malvagio Ammàn ebbe la giusta punizione. In occasione di Purim vengono preparati dei dolcetti squisiti, triangolini di frolla con la marmellata dentro. Prendono il rivoltante nome di “orecchie di Ammàn”, orecchie che vengono amputate al malvagio alla fine della storia. Blè.


La prima pagina del Rotolo di Ester

L'Ensemble Lucidarium riunisce esecutori eccezionali. Spiccano la cantante solista Gloria Moretti, spesso affiancata dalla voce di Viva Biancaluna Biffi, viellista del gruppo; il cantattore e musicista Enrico Fink, che Moni Ovadia ha indicato come suo erede; e Francis Biggi, già membro dei pionieristici Aliamusica e consulente per quel Creuza de ma che tante eredità ha lasciato alla canzone italiana (e al sottoscritto), che in questo disco sfodera viola da mano, viola da penna, cetra e colascione.


Il brano che mi risuona in testa ogni volta che non prendo sonno

La Istoria de Purim è senza dubbio uno dei dischi che ho consumato di più nella mia storia di ascoltatore. E non sono un cultore di musica antica – un ascoltatore senz'altro, ma ascolto veramente di tutto. Al di là dell'aspetto filologico, che altri sapranno valutare ben meglio di me, due sono gli aspetti di questo disco che apprezzo di più: in primis l'esecuzione impeccabile dei musicisti, puliti, precisi, senza sbavature. Spesso nei dischi registrati in presa diretta qualche piccolo errore esiste, e lo si perdona; ma i Lucidarium non perdono mai un colpo, e ciò non va minimamente a danno dell'aspetto emotivo dell'opera. Che è ciò che mi colpisce in secundis: ascolto musica antica da diversi anni, ma nessun disco mi ha emozionato quanto questo. La Istoria de Purim è un'avventura che lascia senza fiato, dalla preghiera iniziale, attraverso le voci intrecciate che cantano Tu dormi, io veglio, alla celebrazione del ciclo stagionale di Fuggi fuggi fuggi, fino al gran finale di Khad Gadya, filastrocca tradizionale di Purim, che Angelo Branduardi musicò e incise trasformandola in uno dei successi più longevi di tutta la discografia italiana, Alla fiera dell'Est. Ma questa è un'altra storia...

Le recensioni gusciose vi danno appuntamento a presto. In questi giorni vi terrò aggiornati sulle novità che si muovono nei postriboli del postrock...

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